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Modulo, passato da calciatore, carriera: la scheda completa sul nuovo allenatore del Lecce D’Aversa

La guida tecnica giallorossa per il 2023/24 torna in Serie A dopo la parzialmente sfortunata parentesi dell’ultima stagione. In passato una carriera quasi esclusivamente vincente

Una trattativa avviata con i primi sondaggi quasi un mese fa, già all’indomani della conclusione del campionato. Oggi, dopo lunghi ma fisiologici colloqui, è arrivata un’ufficialità nell’aria da tempo: Roberto D’Aversa è il nuovo allenatore del Lecce. Una carriera da tecnico che fa seguito a quella da calciatore e che lo ha visto misurarsi, e vincere, in ognuna delle categoria professionistiche, rendendolo anche appetibile a club di alta classifica. Ma conosciamolo nel dettaglio con la scheda di presentazione dedicata al nuovo timoniere giallorosso.

Nato a Stoccarda, in Germania, il 12 agosto 1975, fa ritorno con la famiglia nella terra d’origine, l’Abruzzo, all’età di tre anni. Cresce così a Pescara ed inizia a muovere i primi passi in un settore giovanile pochi chilometri più a nord, nella Renato Curi di Città Sant’Angelo. A 16 anni lo nota il Milan che lo porta nelle giovanili rossonero, pur senza farlo mai esordire tra i big. La prima da calciatore pro arriva invece in C1 con il Prato, in cui si destreggia subito bene in mezzo al campo, dove è ormai impiegato in pianta stabile dopo gli inizi da attaccante. Alla Toscana fa seguito il Salento e nella fattispecie il Casarano, scelto da Pantaleo Corvino in persona. In rossazzurro (sempre in C1) non brilla e così per l’esplosione torna al nord dove fa bene con il Monza, guadagnandosi il salto in B con annessi primi tornei cadetti.

Dopo i brianzoli ecco Cosenza, Pescara, Samp e Ternana (in rossoverde per lui il record di gol in una sola stagione, quattro), fino all’agognato salto in Serie A con il Siena. Era il 2003/04 ed in Toscana ci resta quattro campionati, ottenendo sempre la salvezza. Meno bene al Messina, con cui retrocede nel 2007 salutando definitivamente il massimo campionato da calciatore. Vestirà poi, sempre in B, le divise di Treviso, Mantova, Gallipoli (l’unica stagione precedente a questa da elemento di casa al Via del Mare) e Triestina, prima del “miracolo Lanciano”.

Con il piccolo club a due passi da casa ottiene da leader della mediana lo storico salto in in Serie B, ritirandosi poi dal calcio giocato con la salvezza 2012/13 ed andando, nell’anno seguente, ad assolvere il ruolo di direttore tecnico nell’organigramma societario degli stessi rossoneri frentani. E chi fu l’allenatore di quella stagione alla Virtus? Proprio Marco Baroni, con cui collaborerà dodici mesi prima di andare a sostituirlo come avvenuto un decennio più tardi a Lecce (QUI per i dettagli).

Parte dalla piccola realtà in provincia di Chieti, dunque, la carriera da allenatore di Roberto D’Aversa, che nonostante il ridimensionamento di budget rispetto alle precedenti stagioni cadette riesce comunque a salvare la squadra con un ottimo quattordicesimo posto, risultando tra l’altro tra le poche squadre con differenza reti positiva dell’intero campionato. Meno fortunato il 2015/16, in cui dopo un buon inizio la squadra si perde ed al 25esimo turno è sostituito da penultimo dal salentino Primo Maragliulo. In quella squadra D’Aversa non rinuncia quasi mai al promettente Federico Di Francesco, che ritroverà dunque dopo nove stagioni.

Esonerato a gennaio 2016, il neo giallorosso dovrà attendere undici mesi prima di tornare in pista. Su di lui piomba l’ambizioso Parma, che da neopromosso in Lega Pro sta viaggiando sotto le aspettative con Apolloni. L’abruzzese di Germania accetta la sfida e, dopo l’intermezzo di Morrone, si prende la squadra al 17esimo turno facendola risalire fino ai 70 punti finali ed alla seconda piazza, dietro solo all’irraggiungibile Venezia di Pippo Inzaghi. Ai playoff, poi, non conosce sconfitta (baciato anche dalla fortuna nel discusso match con il Pordenone): ne vince quattro, ne pareggia due e nella finalissima Scavone e Nocciolini regalano al Parma successo con l’Alessandria e salto in B. Dove ci resterà appena un anno, perché D’Aversa sorprende e con una squadra dalla rosa buona ma non tra le super favorite della vigilia se ne mette venti alle spalle, prendendosi un secondo posto emozionante dopo lo 0-2 di La Spezia. Squadra pungente e solida, il suo Parma spicca soprattutto per una difesa granitica che concede poco e subisce pochissimo, come dimostrano gli appena quattro gol presi nelle ultime nove giornate, quando in palio c’era la gloria della promozione in Serie A.

Il club emiliano lo conferma senza il minimo dubbio ed al primo colpo è subito salvezza in carrozza. È il 2018/19 e la sua squadra vola per due terzi di campionato (a undici gare dalla fine era undicesima), spinto da un Gervinho imprendibile sulla fascia destra e dai gol di Inglese, per poi subire una flessione che non si porta poi dietro eccessivi brividi. Ancor meglio fa poi nell’annata seguente, quella spezzata dal Covid. Poco dopo il giro di boa il Parma è sesto, in piena lotta per l’Europa League, a cui sarà aggrappato proprio fino allo stop causa pandemia. Alla ripresa motivazioni e rose ampie fanno la differenza, così i ducali subiranno la rimonta di Milan e Napoli ed alla fine si adageranno fino a chiudere undicesimi. Rimane comunque il grande cammino di una squadra difficile da affrontare e che gioca bene, oltre ai tanti elementi esplosi in maglia Parma come Darmian, Hernani, Kulusevski, Karamoh e Cornelius in primis.

A fine stagione D’Aversa e gli emiliani si salutano. C’è un contratto che si conclude, ma ci sono anche sirene importanti anche dall’altra sponda del Mediterraneo, come dimostra una ricca offerta dall’Egitto che però il tecnico rifiuta. Lui vuole la Serie A ed attende offerte importanti che restano però solo sondaggi e rumors, in primis quelli che lo vedevano ad un passo dalla Fiorentina. Resta invece alla finestra fin quando a richiamarlo non è il Parma, bisognoso del suo figliol prodigo per una rincorsa salvezza dai connotati disperati dopo la deludente gestione Liverani. Ed infatti il risultato è prevedibile: una vittoria, cinque pari e sedici ko per una squadra inadeguata alla A e di fatto traghettata verso l’ultimo posto.

Per la nuova stagione c’è invece un club disposto a puntare dall’inizio su di lui, sempre in Serie A. È la Sampdoria, con cui firma un contratto biennale. L’andamento è però altalenante ed il feeling con il club non decolla mai. I blucerchiati sono sempre sopra la linea di galleggiamento ma premesse ed ambizioni erano altre, così a gennaio giunge il benservito con annesso avvicendamento con Giampaolo. D’Aversa lascia i doriani quint’ultimi e quello è il livello a cui restano, ottenendo una salvezza tutto sommato tranquilla. Lo scorso è stato invece il primo anno interamente sabbatico da quando l’abruzzese ha intrapreso il percorso di allenatore, in attesa di una chiamata che è giunta qualche settimana fa, mittente Pantaleo Corvino. Il dt punterà sulla sua esperienza, sulla sua abilità con i giovani, sulla sua fame di rilancio.

E il modulo? Il marchio di fabbrica di D’Aversa è sempre stato il 4-3-3, con cui ha esordito già a Lanciano. Lo stesso schema è sempre stato quello di base nelle sue squadre fatta eccezione per la sola recente esperienza sampdoriana, in cui ha impostato la stagione sul 4-4-2. A Lecce riproporrà dunque quel 4-3-3 che lo ha visto protagonista in primis a Parma, dove al 4-1-4-1 in fase di non possesso accompagnava un 2-3-5 in proposizione con i terzini a costante appoggio della manovra d’attacco.

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Franz
Franz
10 mesi fa

Auguroni e buon lavoro Mister benvenuto a Lecce.🙋🏻‍♂️💛❤

Leccese
Leccese
10 mesi fa

Finalmente un vero allenatore.

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10 mesi fa

Ok

Gennari Biagio
Gennari Biagio
10 mesi fa

C’è solo Dare fiducia vai mister…..💛❤️

Gianni
Gianni
10 mesi fa

Ottima scelta…. Valorizzerà tanti calciatori e ci divertiremo 💪

Damiano
Damiano
10 mesi fa

Speriamo di allestire una buona rosa, e di divertirci…💛❤🤙🤙

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10 mesi fa

4411

Damy
Damy
10 mesi fa

Io ci credo!

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10 mesi fa

Nu serve,Abbande ….Scaramanzia 💛❤️forza U.S. Lecce

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10 mesi fa

Nun bale 😅😅😅

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