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Guerriero umile e silenzioso, tra quelli che hanno dato tutto: il Lecce saluta John Bjorkengren

Lo svedese, tra i primi acquisti del Corvino bis, ha detto addio al giallorosso dopo tre anni, una promozione e tante battaglie da condottiero gentiluomo in mezzo al campo

In silenzio è arrivato, in silenzio ha sudato la maglia, anche vincendo da co-protagonista per poi finire ai margini, ed in silenzio ha lasciato il Via del Mare. Questa è, in sintesi, la coerente parabola di John Bjorkengren in maglia Lecce, squadra che lo svedese si è trovato ieri a salutare dopo tre anni complessivi, inclusi gli ultimi sei mesi in prestito a Brescia. Tornando a giocare in un calcio, quello nordeuropeo in cui milita il suo Randers (Superligaen danese), magari più adatto alle sue caratteristiche e ad una personalità che non è riuscita a spiccare alle nostre latitudini, pur facendosi apprezzare come pochi per impegno e dedizione alla causa collettiva.

Nel Salento Bjorkengren giunse come uno dei tanti signor nessuno che avrebbero costellato dopo di lui il progetto tecnico-economico dell’esordiente tandem Corvino-Sticchi. Anzi, assieme a Zuta fu tra i primi risultati di quella “Campagna del Nord” che non (o non solo) è l’insieme delle classiche primaverili tanto amate dagli appassionate di ciclismo che si corrono tra Francia, Belgio e Olanda, ma una nuova frontiera del calciomercato da cui attingere per scovare talenti in grado di fare le fortune della società in termini di rapporto qualità/prezzo.

Era l’ottobre del 2020, piena pandemia di Covid, e la squadra di Corini ancora intrisa di reduci dalla scottante retrocessione dell’anno prima aveva bisogno di nuove idee, forze ed energie. Le quali inizialmente mancarono in termini di apporto dei nuovi, tra cui lo stesso Bjorkengren travolto all’esordio bresciano in uno sfortunato anticipo che ne battezzò amaramente l’esordio. Un primo assaggio del vero John, i tifosi del Lecce lo avranno un paio di settimane dopo nel match perso (ma pareggiato nell’arco dei 90 minuti) in Coppa Italia a Torino. Un assaggio delle sue caratteristiche di motorino inesauribile capace di fare da collante tra difesa e attacco sul settore di centro-sinistra, ma anche della sua peculiarità che lo porta ad esprimersi al meglio contro gli avversari più forti.

Sul più bello il Covid lo fermerà, tenendolo ai box fino a fine anno dove si riprende il campo nel finale vincente con il Vicenza (quando esploderà la stella non ancora confermata di Pablo Rodriguez), per non lasciarlo più. Nel 4-3-1-2 di Corini diventa infatti soldatino instancabile ed imprescindibile, giocando tutte le partite esclusi solo il ko interno con l’Ascoli e l’amaro pari conclusivo nei playoff con il Venezia. Saranno comunque cinque mesi del miglior Bjorkengren di sempre, capace di equilibrare il gioco offensivo di un Lecce che arriverà a sfiorare la A lavorando sodo e lottando con estrema correttezza, come dimostra il solo giallo subito in tutto il campionato.

Nella stagione seguente l’esito di squadra sarà tutt’altro, ed il Lecce si prenderà con merito la Serie A da primo classificato. Sotto la guida di Baroni le attitudini restano quelle positive di sempre, ma lo svedese paga il passaggio dal 4-3-1-2 ad un 4-3-3 che alle mezzali richiede maggiori sforzi (ed inserimenti) offensivi. Il confronto con Gargiulo non ha di fatto storia, con Bjorkengren relegato presto a vice dell’ex Cittadella nonostante un inizio come al solito discreto ma come al solito nulla più. Il gol con il Cosenza, che fa il paio con quello dell’anno prima sempre in casa con il Brescia, non basta a convincere Baroni che nella fase centrale della stagione di fatto non lo utilizza mai, salvo doverlo rispolverare nella volata finale, quando c’è bisogno della sua continuità ed affidabilità in termini da soldato equilibratore.

I risultati arrivano, lui non è protagonista ma sparring partner che, con la solita umiltà, si mette a disposizione del gruppo. Lo stesso da cui, subito dopo il ritiro di Folgaria 2022, è tagliato fuori almeno in termini di lista da presentare per la nuova Serie A. Per quanto fatto per il Lecce avrebbe probabilmente l’esordio nel massimo campionato, ma le scelte non lasciano spazio alle emozioni e chi sceglie ha preferito altro. Così a gennaio tanti (momentanei) saluti e salto all’indietro in una B più adatta alle sue doti soprattutto in termini di personalità. A Brescia assieme ai prodi compagni Listkowski e Rodriguez cerca una salvezza che appare disperata e infatti non arriva, ma almeno lo svedese presenza fissa a centrocampo contribuisce ad un quint’ultimo posto che, nonostante il ko playout, grazie alla Reggina varrà il ripescaggio. La C sul campo nega il riscatto automatico alle Rondinelle, così D’Aversa se lo porta in Trentino e lo schiera regista in amichevole, trovando la solita puntuale risposta: presente. Risposta che ora si godranno tifosi e staff del Randers, in una categoria che magari potrà godere di qualità tecniche a quei livelli di tutto rispetto, oltre che di un carattere sul campo che se da un lato pecca in timidezza dall’altro garantisce impegno. Pro e contro dell’essere John, uno di quelli che meritano di essere ringraziati.

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8 mesi fa

Vieni a Bergamo….

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8 mesi fa

Il tifoso leccese ha un problema è anche tifoso di un altra squadra sia essa Juventus Milan i più sfigati Inter, quindi fa i paragoni come se il Lecce potesse fare le stesse operazioni delle squadre di cui sopra, il Lecce quest’anno ha fatto un miracolo speriamo nel prossimo.

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8 mesi fa

Grande professionista

Lupo Alberto
Lupo Alberto
8 mesi fa

Un grande abbraccio a questo ragazzo, persona gentile e professionale, un forte in bocca al lupo per la tua carriera, fatti valere  John!

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8 mesi fa

Grazie per aver fatto parte della storia giallorossa.
Forza Lecce sempre e ovunque
💛❤️💛❤️💛❤️

Ale
Ale
8 mesi fa

A baroni piaceva askilden ed helgason… Per non parlare di Gargiulo in B. Non è stato valorizzato come meritava

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8 mesi fa

Faceva la sua partita ma mai qualcosa in piu

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8 mesi fa

Non si può tenerli tutti, qualche scelta va fatta

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8 mesi fa

Buon viaggio

Gennaro
Gennaro
8 mesi fa

Una persona perbene. Ce ne sono poche in giro.

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8 mesi fa

Con un allenatore all’altezza sicuramente avrebbe fatto vedere molto di più le sue ottime qualità
Ma cu nu Ciucciu in panchina non poteva 😂

Marco
Marco
8 mesi fa

Una persona seria e professionale!

carlo
carlo
8 mesi fa

Messo da parte per Gargiulo, Helgasson….
Incredibile davvero

Marco Tissani
Marco Tissani
8 mesi fa

Un grande. Se siamo tornati in serie A è anche per merito suo quando copriva per due. Limiti tecnici per carità ed anche fisici, ma per quanto riguarda l’intelligenza tattica e il temperamento un assoluto fuoriclasse. Se dovessi pensare al simbolo della rinascita leccese direi Hjulmand, Bjorkengren e Blin

Marco Tissani
Marco Tissani
8 mesi fa
Reply to  Marco Tissani

una persona per bene.

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8 mesi fa

Un peccato averlo perso/regalato.

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8 mesi fa

Ancora non riesco a capire cm mai askildsen si e lui no

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8 mesi fa

Nn era simpatico a qualcuno , askildsen ,helgason si lui fuori squadra posso capire se hai dei centrocampisti forti anche in panchina

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8 mesi fa

A me è sempre piaciuto come calciatore!

Goleccego
Goleccego
8 mesi fa

Commento totalmente condivisibile

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8 mesi fa

Un ragazzo umile che ha sempre dato ciò che poteva in campo ,mai una parola fuori posto .Complimenti a Lui è Già sulla buona strada come uomo spero si realizzi come meglio può come giocatore💛❤️

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