In una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport l’ex capitano del Lecce torna sul passato e sul rapporto con il tecnico
“Quando si vince lo fa il gruppo. Quel gruppo è uscito sconfitto perché si pensava troppo all’ io e non al noi”. Fabio Lucioni torna sulla Serie A sfumata al Lecce, nel 2020/21, con Corini in panchina. Il difensore centrale quest’anno ci riproverà, ancora con Corini in panchina, al Palermo. “Quest’anno dobbiamo pensare al noi perché vincere a Palermo sarebbe qualcosa di straordinario, una possibilità per cambiare le carriere di tutti, anche la mia che sono il più anziano, dobbiamo toglierci qualcosa e darlo al gruppo, perché poi saranno tutti a beneficiarne”.
E sul tecnico commenta: “Corini lo stimo profondamente a livello umano e in lui riconosco delle qualità da allenatore di categoria superiore. Se saremo bravi a seguirlo ci toglieremo delle grosse soddisfazioni. L’ho trovato ancor più carico. Spero possa seguire lo stesso percorso di Grosso che in due anni a Frosinone ha posto le basi per vincere mettendo in pratica le sue idee”.
Lucioni è una garanzia. Ovunque. È lui il vero uomo da A, non Corini
Il Covid è stato deleterio per tutto ma per le piccole squadre che dovevano salvarsi ancora di più.
Quell’anno la promozione è saltata solo per colpe dell’allenatore..nn diciamo cavolate…c’era in squadra gente come Meccariello, Dermaku,Hjulmand, lo stesso Lucioni, Coda, Mancosu,Bjorkengren, non mi sembra gente egoista, quindi non nascondiamo i limiti di Corini dietro a queste scuse. Basta vedere il Palermo dello scorso anno…giocato bene qualche partita con un filotto di vittorie poi scomparso all’improvviso..proprio come il Lecce di quell’anno.il mister ha dei grossi limiti.
Ti stanno aspettando come mental coach
Condivido la tua analisi. Anche io l’ho visto ad un certo punto del campionato piuttosto insicuro incerto privo di quel nerbo che dev’essere un allenatore vincente. A mio avviso non è riuscito nella fase cruciale del campionato a spingere emotivamente e sul piano motivazionale il gruppo verso la vittoria finale. Troppo timido ed impacciato.