Come giudicare l’esordio di Luca Gotti davanti al suo nuovo pubblico? Diciamo che se il calcio contemplasse segnature proporzionali alle occasioni create Lecce-Roma di ieri sarebbe terminata almeno sul 4-1, se non addirittura in cappotto perché non che gli ospiti abbiano poi creato così tanto per meritare quel gol virtuale. Insomma, tutto quello che c’era da fare il neo allenatore lo ha fatto, tanto da guadagnare nelle nostre pagelle un 7,5. E specificando che ci siamo tenuti anche bassi nell’assegnarlo non abbiamo timore di essere tacciati come “di parte”.
Ad avvalorare questo concetto, visto che ormai siamo in vena di domande, ne aggiungiamo un’altra: cos’avrebbe dovuto fare di più il tecnico veneto per spingere la sua squadra verso il successo. Più ci impegnano nel darci una risposta più questa appare lampante: assolutamente niente. E per comprenderne il motivo basta analizzare i vari aspetti che hanno composto il match di Pasquetta.
Luca Gotti ha preparato la gara in modo perfetto, riuscendo a far giocare i suoi bene in ogni “mini-partita” che si materializza nell’arco del match, fino a raggiungere l’impresa quest’anno mai ancora riuscita di mantenere alte attenzione ed intensità dal primo all’ultimo minuto di gioco. Fisicamente al top, i giallorossi sono apparsi aggressivi ed affamati, producendosi in quel tipo di match di lotta e sudore che da tempo i tifosi chiedevano. Così quella sensazione di “tirare indietro la gamba” non c’è mai stata, neppure per un minuto.
Difensivamente contro una Roma terzo attacco del campionato era quasi impossibile fare meglio, andando a subire di fatto due sole nitide palle gol ed in modo comunque estemporaneo, poiché frutto di una punizione dal limite ed un’imbucata veloce merito in primis di una giocata da campione di El Shaarawy. Poi, compattezza impeccabile. Pressing mai fine a sé stesso e spesso producente, misure così giuste da impedire sia il gioco sulle fasce grazie a doppi tandem ben costruiti sia quello centrale per merito dell’elastico alternante Blin-Ramadani. Quando il primo è uscito a mordere il secondo ha agito da schermo e viceversa, il tutto con risultati ai limiti della perfezione.
Sottolineare la bontà della manovra offensiva non è invece mai stato così facile. Gestione del possesso straordinaria, abilità in transizione addirittura devastante. Novanta minuti da manuale del contropiede e finalmente seconde palle che hanno visto spadroneggiare il Lecce, tanto da annichilire la Roma sotto i colpi di 27 conclusioni ed ancor più occasioni da rete complessive, se si contano i diversi ultimi passaggi mancati anche in superiorità. Intesa ai massimi tra i reparti e tra i singoli, questo nonostante quei peccati di gioventù del tutto individuali che spesso e certo non sempre hanno portato alla conclusione anziché all’assistenza per il compagno più libero.
La sensazione di enorme spreco ed il forte rimpianto che ognuno in casa Lecce, dal tifoso al giornalista, dal tecnico al calciatore, si porta dietro restano, sono fisiologici. Questo non può però certo cambiare idea sulla bontà del lavoro che c’è stato dietro l’imbastimento di un canovaccio tattico seguito alla perfezione ed a sua volta perfezionato nel corso del match. Anche attraverso cambi di modulo e di interpreti che non hanno fatto il gioco di una Roma la quale, al contrario, non ha smesso di soffrire più del Lecce (sebbene un po’ tutti si immaginassero un calo psico-fisico dei locali) chiudendo in affanno nonostante l’ultimo corner a favore. Insomma, dispiace davvero che il tecnico non abbia bagnato l’esordio salentino come avrebbe meritato sotto il profilo del punteggio finale. L’impatto promettente e la prestazione da applausi non glieli può toccare però proprio nessuno.
Avanti Lecceeeeeee……mena menaaaaa
Mai visto il nostro Lecce, giocare così bene da due anni a questa parte 😀💛❤️
Non sapevo fosse così bravo. Complimenti Professore!
Un professionista serio e preparato. Bravo Gotti