L’unico aspetto non positivissimo delle due uscite del Lecce Targato Luca Gotti? Il prolungarsi dell’astinenza da gol di attaccanti, centrocampisti e anche difensori. Escludendo per ovvi motivi da questa disamina gli autogol di Cerofolini e Gyomber, è dal 2 febbraio che un calciatore in maglia a strisce verticali gialle e rosse non gonfia la rete. Da qui spiegata anche la pressione che ha fatto tremare le gambe a tanti davanti la porta contro la Roma.
L’ultimo a riuscirci è stato Dorgu, la cui epica botta sotto il sette ha fatto esplodere il Via del Mare regalando ai salentini tre punti fondamentali per la classifica. Un mancino lontanissimo parente di quello, masticato ed autosmorzatosi al lato, con cui lo stesso giovanissimo danese ha graziato Svilar lunedì, sprecando una delle tante clamorose opportunità salentine.
L’impressione è che Krstovic e compagni debbano sbloccarsi più mentalmente che re-imparare a calciare. A questo dovrà pensarci un Luca Gotti già straordinario sotto altri aspetti, poiché capace di far tornare alla vittoria una squadra che non sapeva più vincere, ai clean sheet una squadra che non sapeva più difendere ed al calcio spettacolo una squadra che non sapeva più divertire. Gli manca solo di andare a segnare lui per gli altri, cosa complicata. Meglio spingere i giovani giallorossi a ritrovare sé stessi anche negli ultimi 15 metri.