Tra i principali club italiani i salentini vantano una storia fatta quasi esclusivamente di allenatori provenienti dal Belpaese.

La scuola di allenatori italiana, si sa, è tra le più importanti della storia del calcio. A diventare maestri nel calcio dei pionieri i nostri antenati ci hanno messo pochissimo, così come poco è bastato per affermarsi alla guida delle squadre che hanno saputo imporsi in Europa e nel Mondo. Eppure, in un mondo che da inizi Novecento in poi è andato sempre più globalizzandosi non è mai mancata la presenza straniera sulle panchine dei vari club dello Stivale, in particolare agli albori e nell’ultimo ventennio.

Tra le compagini migliori del calcio italiano, ovvero quelle che frequentano l’attuale Serie A, il Lecce vanta però la presenza sul podio delle società che hanno registrato il minor numero di allenatori esteri. I giallorossi sono ben lontani dai numeri di Roma, Lazio e Torino (che comandano la graduatoria). Per il Lecce, infatti, se ne contano appena cinque: il Maestro ungherese Ferenc Plemich (qui la sua storia che vale la pena conoscere), i suoi connazionali magiari (e contemporanei) Viktor Laszlo e Ferenc Hirzer, il deludente polacco Zibì Boniek (soprattutto per aver spinto per l’addio di Barbas) ed il mitico Zdenek Zeman, il boemo che fece sognare l’Europa.

Tornando al parallelo con le altre principali realtà italiane, viene fuori che solo Monza e Sassuolo sono rimaste più autoctone dei salentini. In Brianza spazio solo all’argentino Hugo Lamanna ed al sammarinese Roberto Cevoli, in Emilia la storia nota (nel primo mezzo secolo di vita i neroverdi erano impegnati quasi esclusivamente nel calcio locale) parla addirittura solo tricolore.

Classifica per numero di allenatori stranieri:

26 Roma
25 Lazio
22 Torino
21 Inter
20 Udinese
17 Fiorentina, Napoli
16 Milan
15 Bologna, Juventus, Salernitana
12 Verona
9 Atalanta, Cremonese
8 Sampdoria, Spezia
6 Empoli
5 Lecce (Plemich, Laszlo, Hirzer, Boniek, Zeman)
2 Monza
0 Sassuolo