Il capitano del Lecce parla a Il Corriere del Mezzogiorno dello stop forzato per l’emergenza coronavirus.
QUESTIONE INGAGGI. “Al momento diciamo che è un problema che non si pone. Le parti stanno premendo per finire il campionato, tutti gli sforzi sono concentrati in quella direzione. Se poi non si dovesse più ripartire, lo affronteremo con gli altri compagni. Riduzione del 30 percento? Non posso sbilanciarmi su qualcosa che non è ancora accaduto”.
HA ANCORA SENSO GIOCARE? “Sì, ha senso ripartire, a condizione che ci sia la possibilità e che si rispettino tutte le norme sanitarie, senza forzature. Se si dovesse trovare una soluzione per giocare, sarebbe la soluzione migliore: la società troverebbe gli introiti per pagare non soltanto i calciatori, ma tutti gli altri dipendenti. Tornerebbe a girare l’economia, che è una cosa importantissima. E si tutelerebbe la regolarità del campionato. Sui verdetti a tavolino, invece, assolutamente no”.
STADI CHIUSI. “Sarebbe sicuramente penalizzante, ma pur di finire il campionato accetteremmo anche di giocare senza pubblico, nonostante per noi sia una spinta in più. Abbiamo iniziato la stagione e vorremmo chiuderla perché stiamo facendo bene, quella degli stadi chiusi sarebbe la soluzione meno peggiore“.
UMORE. “Non è dei migliori, ci manca la vita normale, ma siamo fortunati a stare bene. É tutto così surreale e, purtroppo, ci stiamo facendo l’abitudine. Adesso, però, dobbiamo solo avere rispetto delle persone che non ci sono più”.