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Donati a CL: “La mia carriera da Mourinho a Son. E l’esordio-Champions a Old Trafford, che emozione!”

Il terzino destro del Lecce, ospite nella nostra diretta di mercoledì, ha raccontato la sua carriera tra aneddoti e momenti-clou.

INTER. “Ricordo gli inizi nelle giovanili nerazzurre, così come il salto in prima squadra. Mourinho riusciva a far sentire tutti importanti, non solo big e giovani calciatori ma chiunque faceva parte dell’Inter. Mi ricordo il giorno prima del mio esordio a San Siro. In me c’era grandissima emozione, lui mi diede fiducia e coraggio. Dopo la gara, invece, mi sgridò perché ero uscito troppo velocemente al momento della sostituzione. Disse che eravamo in vantaggio, sarei dovuto andare con più calma. Io ero uscito di corsa solo per non dar adito a polemiche, ma lui non la prese bene”.

BAYER E MAINZ. “Tra Bundesliga e Serie A c’è stata grande differenza in termini di fiducia nei confronti dei giovani, anche se adesso le cose stanno cambiando e anche in Italia ci stiamo aprendo in questo senso. Ma la vera distanza tra i due campioni c’è sotto l’aspetto tattico. In Germania viene data grandissima libertà, con l’obiettivo di dare spettacolo. La fase difensiva era curata molto meno, si era anche troppo offensivi. A tutto vantaggio dello spettacolo. Ricordo poi con piacere il fatto che creavano grande interesse intorno alla squadra, con iniziative coinvolgenti di marketing. E poi ogni anno, quando si riprendeva nei centri sportivi, si trovavano tantissime cose migliorate, nuove. Molto affascinante”.

SON. “Si vedeva che il coreano fosse un grande talento. Più che una promessa era già ben rodato, giocava sempre benché fosse giovanissimo. Mi impressionava soprattutto per tenacia e continuità di allenamento. E lui ogni volta mi faceva fermare per fargli da sponda e calciava decine e decine di volte sia di destro che di sinistro. Impressionante, professionista vero. Non mi ha sorpresa la sua crescita”.

CHAMPIONS. “Il ricordo più bello in carriera è l’esordio in Champions ad Old Trafford. Momenti indimenticabili. Sin dalla rifinitura il giorno prima arrivando ad ogni minuto giocato contro il Manchester United. Che tra Rooney, Kagawa ed Evra vantava elementi davvero fortissimi, non fu facile affrontarli”.

LEON D’ORO E LECCE. “Quando arrivai nel Salento, uno dei miei migliori amici, che fa parte della mia stessa contrada a Serravezza, la giallorossa Leon d’Oro, si disse contento perché andavo in una squadra con gli stessi colori. E mi confidò che proprio da un coro del Lecce aveva preso spunto per il nostro ‘M’innamoro solo se, giallorossa è la sua maglia’. Che cantavamo tutti insieme al campo sportivo, quando le contrade della nostra città si sfidavano in campo. A difendere i nostri colori c’era anche mio padre, calciatore dilettante”.

RICORDI GIALLOROSSI. “Con Rispoli ricordo spesso il nostro passato comune al Lecce. Di quella stagione ho bei ricordi. Ero giovane, con tanta voglia di fare, ed anche quella volta ci divertimmo molto. Mi innamorai subito del Salento, dei suoi tifosi e del calore del Via del Mare. I ricordi sono tantissimi, chiaramente in testa ci metto la salvezza che andammo a conquistare. Fu tutto bellissimo, spero che anche stavolta l’esito sia lo stesso”.

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