La gara di ieri allo stadio Adriatico ha registrato una bassa pericolosità offensiva dei ragazzi di Corini. Il piano partita di Gianluca Grassadonia ha avuto la meglio, ma in campionato mai il Lecce ha accumulato certe statistiche nel gioco offensivo.
Il rammarico per il pari di Busellato maturato al 90′ (e in fuorigioco) è ancora forte, ma nell’analisi delle statistiche di Pescara-Lecce emerge un dato poco felice che riguarda l’attacco. Mai, in campionato, il Lecce aveva raccolto così poco offensivamente. Fatta eccezione per il gol di Maggio, i ragazzi di Corini non hanno costruito nitidissime palle-gol. Misurando la portata dei tiri con l’ormai conosciuto indice degli expected goals, si denota la presenza di una sola occasione ritenuta statisticamente efficace oltre al tiro di Maggio (avente indice 0.19). Il colpo di testa di Meccariello su corner corto, secondo gli statistici, è stato la sortita offensiva più pericolosa (0.31).
Aggregando i dati della produzione offensiva, il totale è un misero 0.72, maturato su 9 tiri, di cui tre indirizzati verso la porta. Questo numero dice che il Lecce ha prodotto molto meno rispetto alla media di palle gol, ferma a 1.77. Un abisso. Quest’anno, solo con Empoli (0.54, realizzando però due gol) si è fatto peggio. In altre due partite, poi, il numero è pressoché equivalente: Lecce-Monza (0.76) e Lecce-Venezia (0.76). Cercando poi di snocciolare la costruzione offensiva, solo il 14.71 (5 su 34) degli attacchi di posizione hanno generato una conclusione. Il dato, anche questo sotto la media, però non ha una stretta correlazione coi gol segnati: con il Cosenza (vittoria 3-1) la percentuale è stata pressoché uguale (14.29 con 4 conclusioni su 28 attacchi di posizione).