Lo scozzese ha trovato ormai continuità di rendimento a supporto delle punte. Il suo posizionamento più avanzato rispetto alla prima frazione di campionato ha contribuito alla ricerca della quadra colta nelle ultime gare.
Era la Serie A 2008/2009 quando Mario Beretta chiedeva all’allora d.s. Guido Angelozzi un archetipo di calciatore diverso dal solito. Per lottare alla ricerca della salvezza, il tecnico cercava di “fisicizzare” anche il ruolo più fantasioso del calcio al fine di creare equilibri giusti soprattutto in fase di non possesso. Nacque così la spasmodica ricerca del trequartista muscolare, un elemento sì abile dietro le punte, ma capace di contribuire anche alla fase difensiva, in uno scacchiere dove in regia operava Zanchetta, metronomo puro con pochissimi compiti da incontrista. Ballarono numerosi nomi: Leon, Semioli, Fiore (che, pur senza firmare, da Lecce passò), Bogliacino (acquisito poi in C), Almiron, Jimenez, Gabionetta. Alla fine però il deputato fu Fabio Caserta, oggi allenatore del Perugia, adattatosi al ruolo con tanto di maglia numero 10.
Finito il doveroso excursus storico, si passa a piè pari all’attualità e all’impiego dello scozzese, il secondo britannico della storia del Lecce dopo Dichio, acquistato in estate a titolo definitivo dal Verona. L’inizio di Henderson, schierato mezzala, è stato positivo. Tante prestazioni con tanta corsa in gare in cui il Lecce dominava con il palleggio. La flessione dei giallorossi ha acuito la criticità della fase difensiva, con la retroguardia troppo esposta agli attacchi avversari anche a causa del mancato aiuto dato dai colleghi più avanzati. Alla lunga, Henderson ha sofferto la rincorsa dei palleggiatori avversari, aprendo spazi pericolosi per giocate poi generate. A supporto di ciò intervengono i numeri sui duelli difensivi. Henderson, prendendo in esame le gare giocate nel terzetto, ha affrontato gli avversari in media 4.23 volte. Una cifra inferiore rispetto ai compagni Bjorkengren (6.43), Majer (7.23), Hjulmand (7.22) e Nikolov (7.27). La copertura garantita, quindi, sarebbe diversa.
Appurato ciò, Corini, per serrare ancora le fila e, allo stesso tempo, beneficiare del contributo in costruzione di Liam, anche battitore di palle inattive, ha avanzato il raggio d’azione. Giocare sulla trequarti non è un’assoluta novità per Henderson. Nello spezzone di campionato disputato in A col Verona l’anno scorso, è accaduto due volte. A gara in corso con l’Inter e, guarda caso, proprio al Via del Mare contro il Lecce: Henderson, coadiuvato da Zaccagni, supportò Tutino. Andando ancora indietro col tempo, Henderson ha fatto il rifinitore, part time, con l’Hibernian nel 2015/2016, in Championship. Curiosità: Liam lo faceva con la maglia numero 3! Ora, a cinque stagioni di distanza, con il Lecce sembra concretizzarsi una metamorfosi tattica funzionale all’uniformità del gioco espresso da Corini.
Tornando all’evoluzione del concetto “berettiano” di trequartista muscolare, oltre al sopra descritto aiuto in fase difensiva, le diversità si notano anche palla al piede. Oltre alla verticalizzazione vincente per le punte, giocata principale se si pensa al numero 10, Henderson partecipa al palleggio non da rifinitore “classico”, “sudamericano”, libero da schemi e col compito di inventare, ma da pieno palleggiatore come punte e compagni. Potrebbe essere questo il nocciolo dell’evoluzione del trequartista muscolare: dieci anni fa era una necessità prettamente difensiva, ora un modo diverso per attaccare e dare collante giusto alla squadra.
Grande Liam grande giocatore dà il cuore per questa maglia
SIR Liam è un guerriero, corsa, tackle, progressioni anche in fase difensiva, elastico perfetto, piedi buoni, da ricordare l’assist di tacco.
La sua maglia è tra le più bagnate di sudore, sporco di battaglie vinte.
Uno di quelli che sta facendo Grande il Lecce ??
Corini non capisce di calcio
Caro signore.. dal nome del suo profilo si evince perfettamente che razza di stronzo abbiamo davanti…
Ne capisci tu allora…
Come mai?
Più che diarrea sembrerebbe stitichezza mentale
Con ampi margini di crescita?⚽
cosa intendete per “Tante prestazioni con corsa infinitesimale”?
Alla lettera vuol dire “Tante prestazioni con corsa praticamente vicina allo zero, trascurabile”.
Tra infinito ed infinitesimo la differenza è molta.
Gentile lettore, il senso che volevo dare era (al momento) quantitativamente trascurabile, ma poi, a freddo, riqualificata come più importante. Ad ogni modo ho rettificato semplificando per maggior chiarezza!
Un grande giocatore, che si sacrifica per la squadra.
È un motorino,se sarà costante diventerà il nostro Papu Gomez
Sottovalutato