Dopo la promozione, il difensore dovrà percorrere 300 km in bici da Lecce a Benevento. Il “fioretto” è diventato un’iniziativa che aiuterà i meno fortunati.
La promessa ora dovrà essere mantenuta. Fabio Lucioni, svestiti i panni del roccioso difensore, vestirà temporaneamente quelli del ciclista e, in pieno mood da Giro d’Italia, partirà dal Salento con destinazione Benevento, la città di sua moglie, in bicicletta.
Da dove nasce questo pegno? Nella settimana che conduceva al match-promozione poi vinto contro lo Spezia, Lucioni dichiarava: “Se sarà promozione, me ne andrò in bicicletta da Lecce a Benevento, la città di mia moglie: sono 320 chilometri, ma per la Serie A questo e altro…”
Ora il sogno si è avverato, il Lecce è in Serie A e il centrale monterà in sella. La missione ha registrato l’interessamento di alcuni sponsor che ieri hanno dato vita alla cerimonia di consegna della bicicletta ufficiale con cui Lucioni dovrà macinare chilometri. Il ricavato delle vendite sarà destinato a un fondo a supporto dei malati di SLA.
Si chiude quindi con gloria, e dolce ma inaspettata fatica, la stagione di Fabio Lucioni, che proveniva da un annata che definire tribolata è poco. L’anno passato si apriva con il debutto in Serie A col Benevento dopo il doppio salto dalla Lega Pro alla Serie A ma la squalifica per doping gli costò di fatto quasi tutto il campionato. Lì nacquero i presupposti per il passaggio a Lecce. Saverio Sticchi Damiani curò la difesa legale del difensore e, in estate, avvenne il passaggio all’US Lecce.
Con Liverani, il legame è subito forte. Le redini del reparto arretrato sono di Lucioni, il totem di una difesa che subisce molto ma sa essere decisiva. A gennaio poi il bivio che avrebbe potuto cambiare tutto. Arriva l’offerta del Sassuolo, la società di via Costadura vacilla, si prende del tempo ma alla fine dice no. La conferma di Lucioni è uno dei primi mattoncini della metamorfosi di una squadra che centrerà la promozione in Serie A. E per la A bisognerà pedalare. Ci pensa Lucioni.
