L’ex allenatore del Lecce, fresco vincitore in Prima Categoria con la Virtus Matino, elogia e mette in guardia il tecnico giallorosso.
Protagonista di una mezza stagione, nel 2012/2013, dall’esito non fortunatissimo, Antonio Toma non ha mai nascosto il profondo affetto che lo lega al Lecce. Il tecnico salentino, fresco di vittoria del campionato di Prima Categoria girone C alla guida della Virtus Matino, è tornato sul passato in giallorosso ai microfoni di 99° Minuto.
APPROCCIO HARD. “Arrivai sulla panchina del Lecce tra la sorpresa generale. Tutti si aspettavano altri nomi, magari più altisonanti, e invece i Tesoro diedero fiducia a me. L’approccio non fu facile, non certo con i giocatori a cui piacevano le mie idee di calcio, bensì con una certa parte dell’ambiente. Fui molto criticato per aver detto che il Lecce era una Ferrari parcheggiata in giardino, una squadra dall’enorme potenziale. Sarebbe stato troppo facile dire di aver trovato una situazione disastrosa”.
SFORTUNA. “Io ripagai la fiducia data. La squadra fu protagonista di una gran cavalcata col solo passo falso dell’ingiusto e sfortunato ko con il Trapani. Giocavamo bene ma ci serviva un mezzo miracolo per farcela, a causa della pessima differenza reti di partenza nei confronti dei siciliani. Questo ci destabilizzò nelle ultime due uscite, e prima dei playoff io dissi che, per il bene del Lecce, se mi fosse stato chiesto mi sarei anche messo da parte. E così fu. Un epilogo sfortunato come i playoff, che io avrei vinto”.
SERIE A. “Ho seguito molto il Lecce quest’anno, ammiro il calcio offensivo di Liverani. Il tecnico è stato bravissimo, al netto di qualche sostituzione talvolta troppo difensivista, ma per il resto è stato perfetto, come dimostra il suo essere vincente. Adesso la musica cambia. In Serie A bisogna stare all’erta anche e soprattutto dietro, visti i campioni che si vanno ad affrontare. Non sarà facile”.
