L’ex portiere, a Lecce nel campionato 2002/2003, elogia il collega Mauro Vigorito. A suo parere, il sardo potrebbe avere spazio nella massima serie, ma con dei piccoli accorgimenti.
Generoso Rossi ha concesso una lunga intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno dove si è parlato dei giallorossi di ieri e oggi. Il focus del colloquio è stato ovviamente “tra i pali”, con la disamina della stagione di Mauro Vigorito, alla seconda promozione in A dopo quella dell’anno scorso con il Frosinone.
RISULTATI. “Vigorito? Merita una chance in Serie A, che non ha mai disputato, dopo due promozioni. Per cautelarsi, il Lecce potrebbe ingaggiare un portiere che già conosce la categoria. I due si giocherebbero il posto. Lui, come tutto il collettivo, ha disputato un’ottima stagione. I suoi interventi sono stati spesso decisivi. Gli errori? Vanno preventivati salvo topiche clamorose”.
ESPERIENZE. “Tra Serie B e Serie A c’è una grande differenza. Il discorso vale per tutti. Cresce la qualità, il gesto tecnico è più veloce. C’è poco tempo per pensare a cosa fare. Un esempio? Dopo la promozione a Lecce andai al Siena. Giocava Enrico Chiesa. Ecco, ci ho messo due mesi a parare un suo tiro in allenamento. Era imprevedibile, preciso e potente. Tornando a Vigorito, dovrà, come tutti coloro che cambiano categoria, alzare l’asticella delle prestazioni“.
RICORDI E PROSPETTIVE. “Quello 2002/2003 fu un grande Lecce, costruito per il salto nella massima serie. Centrammo l’obiettivo e, chi restò lì, contribuì alla salvezza dell’anno successivo. La società salentina è ambiziosa, non si può fare la fine del Chievo o Frosinone dello scorso anno. Il Lecce ha l’obbligo almeno di lottare per la permanenza in A fino agli ultimi 90′”.
