
Stiamo per salutare un anno strepitoso, entusiasmante, storico per il Lecce. Noi vogliamo ricordarlo raccontandovelo in quattro puntate. Oggi è la volta della cavalcata finale culminata nella vittoria con lo Spezia che vale il ritorno in Serie A.
Dopo lo scivolone a Cremona, come fisiologico per ogni sogno che si rispetti, l’ambiente intorno al Lecce iniziò a temere che questo potesse infrangersi. La paura di vedere un obiettivo così vicino allontanarsi serpeggiava. Tuttavia a fare da contraltare c’era la voglia e la passione, quell’amore per i colori che rendeva impossibile che questa paura stessa potesse superare in entità quella matta speranza di trionfo.
L’abbraccio metaforico e collettivo che Mancosu e compagni ricevettero nelle settimane seguenti fu inevitabile. Tutti, tifosi, club, squadra, si compattarono, diventando una cosa sola da lì alla fine del campionato. L’esito iniziò con il pronto riscatto con il Carpi: un successo che poteva sembrare scontato, ma che fu sudatissimo. L’esplosione di gioia del Via del Mare al gol di Venuti diede la carica anche per la difficilissima trasferta di Perugia.
Nel pantano del Curi il guizzo di Falco consegnò tre punti importanti, pesantissimi, che valorizzarono il contemporaneo pari interno del Palermo con il Padova. Proprio quel turno anomalo di Pasquetta risultò decisivo per quanto avvenne dopo, ovvero il calo rosanero (2-2 a Livorno la settimana successiva) e l’esplosione definitiva del Lecce.
Un’esplosione fondamentale nella settimana che portava al match clou, quello casalingo con il Brescia capolista. Per le Rondinelle la carica a mille di poter centrare la Serie A, per i Lupi la consapevolezza di dover vincere per forza per avere il match ball a Padova. Il rasoterra vincente di Tabanelli è ancora negli occhi di tutti: un gol dal sapore netto di promozione.
Il salto di categoria era lì, a un passo. Bastava battere il Padova, squadra con un piede e mezzo in Serie B. Tra assenze ed emozione, il Lecce non riuscì a premiare l’invasione di tifosi giallorossi dell’Euganeo, venendo clamorosamente sconfitto dai veneti. Un ko però decisamente diverso da quelli con Cittadella e Cremonese.
Stavolta la paura fu zero: troppo alta e vicina era la posta in palio. 11 maggio 2019, Lecce-Spezia, Via del Mare versione Champions. La Mantia e Petriccione-gol ed è Serie A. Un epilogo già scritto per quella gara, perché quando a spingerti c’è il lavoro duro di una stagione, uno stadio e l’intero Salento, fare l’ultimo passo è stato davvero un gioco da ragazzi. E, dopo 7 anni, il Lecce ebbe la meritata festa.
(TO BE CONTINUED)
