Il presidente del Brescia si è sfogato in una lunga intervista al Corriere dello Sport. Nel colloquio con Ivan Zazzaroni, si è descritta la realtà difficile della provincia bresciana. C’è poca voglia di pensare a un’eventuale ripartenza.
LA VITA. “Non bisogna pensare a quando si ricomincia, ma se si sopravvive. Questa è la peste. Se parliamo di calcio, tutto deve essere spostato alla prossima stagione. Prima la vita, c..o. Tutti gli ultrà della Lombardia si sono stretti attorno a un comunicato. Ci sono ultrà che portano l’ossigeno negli ospedali, altri piangono i propri morti. Chi parla di ripartenza non si sta rendendo conto di quello che sta accadendo. Io non credo ai miracoli, ho smesso di farlo tanto tempo fa. Resettiamo”.
TAGLI NETTI. “Si sono giocati due terzi di campionato. La stagione è andata. Se qualcuno vuole questo scudetto maledetto, se lo prenda pure. E non parlo perché il mio Brescia ora è ultimo. Ce lo meritiamo. Io per primo. Però penso a chi sta perdendo il proprio lavoro, a chi sta morendo. Il calcio è un’azienda che saprà superare la crisi. La risoluzione è semplice. Si tagli tutto di un terzo, stipendi, tasse e diritti televisivi. E’ la soluzione più logica per poi proiettarsi a settembre”.
ALLENATORI CONVOCATI. Cellino poi dice la sua su un accadimento “spinoso”. Giorni fa, il Brescia aveva convocato gli staff degli ex allenatori Corini e Grosso per una riunione in piena diffusione della pandemia: “La verità è un’altra – chiosa il presidente-. Abbiamo un centro sportivo enorme, quindici ettari di prato, e per sviluppare una sgambata, per gruppi, avevo bisogno dei preparatori, non dei calciatori. Non so perché si sia mossa l’Associazione Allenatori. Non erano tecnici, ma preparatori di base. Ulivieri (il rappresentante dell’associazione, ndr) mi conosce bene: certe cose poteva dirle in faccia senza ricorrere a comunicati.
FATTI. “C’è chi mi ha dato del vigliacco. Noi avevamo telefonato a cinque preparatori e nessuno si è degnato di rispondere. Per questo siamo ricorsi alle convocazioni scritte, e quando non ci pensavo già più le cose sono scoppiate ed è scoppiato il casino. Sono tutte persone a libro paga, professionisti. Due si sono presentati, altri no. Cercavo solo la loro collaborazione, vistoche ne pago un vagone”.
ANCORA. “Ho Lopez, l’allenatore, chiuso in una casa poco più grande di una vasca da bagno. Il preparatore dei portieri che era con Corini si è permesso di ricorrere all’associazione allenatori per sottrarsi al lavoro. Un mese fa. Uno di loro mi ha risposto che fa l’osservatore, non il preparatore. Un osservatore da duecentomila euro l’anno”.
RISCHIO PER LA SALUTE. “Sì, lo so. Ma lo si deve spiegare anche a chi sta chiuso per ore dentro un supermercato, una farmacia, per milleduecento euro al mese e a contatto con centinaia di persone. L’idea iniziale era quella di seguire un protocollo all’aperto in uno spazio privato”. .
Nel pomeriggio è giunta una precisazione da parte del Brescia Calcio:
La società Brescia Calcio precisa un passaggio inserito nell’intervista al Presidente, Massimo Cellino, pubblicata questa mattina dal Corriere dello Sport. Nello specifico, quando si fa riferimento all’allenatore dei portieri, per un’erronea interpretazione delle parole pronunciate dal Presidente, è stato scritto “Il preparatore dei portieri… si è permesso di ricorrere all’associazione degli allenatori per sottrarsi al lavoro…” al contrario, l’allenatore dei portieri, Alessandro Vitrani, ha in questi mesi dato dimostrazione di grande professionalità e non si è mai permesso di ricorrere ad alcuna associazione per sottrarsi alle richieste a lui pervenute della Società.
