Il presidente della FIGC, intervenuto a Radio Marte, racconta le continue consultazioni organizzate in questi giorni per programmare il futuro del calcio quando s’allenterà la morsa dell’emergenza coronavirus.
PENSARE POSITIVO. “Io per cultura mi arrendo con grande difficoltà – le parole del primo dirigente della FIGC -. Fino a quando avrò la possibilità, conserverò la speranza di far ripartire i campionati. Farò qualsiasi tentativo per arrivare a questa definizione. Sono consapevole che è prematuro pensare a una data, ma dobbiamo pensare in positivo. Proveremo a fare il massimo per giocare anche a costo di chiedere il supporto di Uefa e Fifa, di andare oltre il 30 giugno quindi sfruttando anche luglio e agosto”.
PASSI DA FARE. Per attuare tutto questo servirà collaborazione in Lega Calcio: “In questo momento non c’è spazio per gli interessi del singolo. Mi appello al buon senso, tanto poi alla fine è la Federazione che dovrà decidere. Domani ci sarà un nuovo appuntamento per lavorare su una serie di proposte che riguardano alcuni emendamenti da far valutare al governo, ma ci sono tantissimi temi di nostra pertinenza. Noi non vogliamo chiedere soldi, ma stiamo denunciando uno stato di crisi. Chiediamo di agevolarci con una serie di norme che possano dare uno sviluppo moderno al nostro calcio. Ci vedremo domani, poi ci incontreremo di nuovo la prossima settimana per un tavolo di lavoro permanente e costante, mettendo insieme idee indispensabili per formare progetti”.
NO ANNULLAMENTO. “La ritengo una sconfitta mia e del valore della competizione. Si aprirebbe uno scenario antipatico. Rinuncio, ostinatamente, a fare riflessioni che portano a una conclusione del genere. Finché sarà possibile, continuerò a rigettare queste ipotesi”.