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CdS – Sticchi: “Lecce-Atalanta? Un azzardo. Ero arrivato persino io, che non capisco nulla di epidemiologia, a comprendere il pericolo”

Il presidente giallorosso ha parlato a Il Corriere dello Sport affrontando tutti i temi legati all’emergenza sanitaria. Questa la seconda parte.

CAIRO SCETTICO SULLA RIPRESA. Non raccolgo la provocazione su Cairo. Sono certo che tutti i presidenti della A hanno ben presente l’interesse generale del calcio, che è quello di ripartire. Se ciò non dovesse accadere, sarebbe per la mancanza di idonee condizioni sanitarie e non per il beneficio che magari qualcuno riceverebbe dalla cristallizzazione dell’attuale organico della Serie A. Ripeto: gli esperti e la politica diranno se e quando si potrà riprendere, noi dobbiamo garantire le condizioni di sicurezza e il limite di tempo oltre il quale non si può slittare. La volontà di concludere la stagione in effetti nel resto d’Europa sembra prevalente. Io dico: non affanniamoci, non facciamo troppe ipotesi, aspettiamo”.

COSA DOVREBBERO FARE I CLUB.Ciò che stanno facendo: aiutare la gente in difficoltà. La solidarietà è molto più concreta delle ipotesi campate in aria. Noi stiamo cominciando a fornire all’ospedale di Lecce camici idrorepellenti e mascherine filtranti, grazie a un accordo formalizzato proprio in queste ore”.

BISOGNA RIPARTIRE?Sì, perché il sistema non può restare fermo. La Serie A possiede una capacità di contribuzione fondamentale per l’Italia. Il problema non sono i calciatori, in gran parte privilegiati. Lavorano con noi tante figure cosiddette minori, collaboratori, fisioterapisti eccetera. E la Serie A dà linfa ai campionati sottostanti, a partire dalla B. Produce due miliardi che sono indispensabili all’intero movimento. Davvero qualcuno può pensare che io o chiunque altro in questo momento di tragedia per il Paese e per il mondo abbia tutta questa smania di giocare al calcio? Io non ho neanche voglia di andare a lavorare nel mio studio legale. Ma bisogna farlo, perché ciascuno di noi è responsabile per qualcun altro. Dipende anche da come si concepisce il calcio: per me è stato un ottimo sistema per rendere un servizio al territorio. Il Salento grazie alla squadra in Serie A ha ricevuto un indotto straordinario. Mentre io e i miei soci abbiamo pensato solo a ripianare le perdite. Sperare che si possa ripartire con questa macchina significa solo voler riaccendere un volano significativo per il nostro Sud”.

PORTE CHIUSE.Le porte chiuse sono un’ipotesi concreta. Bisogna evitare che il contagio risalga una volta ricominciata la vita quotidiana. Le misure di contenimento saranno necessarie. Ma anche di questo devono occuparsi le autorità e i medici. Il calcio ne uscirà e diverso. Pagheremo il prezzo che c’è da pagare”.

QUANTO PESA LA CRISI ECONOMICA SUL LECCE.In questa stagione abbiamo destinato una parte rilevante del budget alla ristrutturazione completa dello stadio. Avremmo voluto dotarlo anche di una copertura, un progetto che ci piacerebbe portare avanti. Intanto però abbiamo già realizzato il resto delle opere previste e se avessimo potuto prevedere quanto accaduto probabilmente non lo avremmo fatto”.

QUANTO SI PERDE SE NON SI RIPARTE.Perderemmo 740 milioni. E allora bisogna andare a vedere il livello di indebitamento dei club. Chi è gravato da tanti debiti, in un frangente del genere vacilla. Il Lecce non ha esposizione e reggerebbe. Per noi l’interruzione definitiva sarebbe dirompente ma non metterebbe in discussione l’esistenza della società”.

SALTEREBBE IL CALCIO EUROPEO. Non saprei, ma è certamente vero che le regole del fair play finanziario non danno il giusto peso all’indebitamento. Si vanno a cercare minuzie, tipo l’indice di liquidità, e si trascura il problema principale. Questo a mio avviso è un tema caldo. In particolare il calcio italiano ultimamente si è lasciato andare ad acquisti di grosso calibro con ingaggi faraonici. Difficile dire se e quanto tutto ciò sia sostenibile, a prescindere dal Coronavirus”.

TAGLIO INGAGGI. “Alcuni club l’hanno già affrontata. A mio avviso è prematuro. Campionato che si conclude o campionato che non si conclude sono due scenari completamente diversi”.

LECCE-ATALANTA.E’ stato un azzardo enorme, giocare con il fuoco. Ero arrivato persino io, che non capisco nulla di epidemiologia, a comprendere il pericolo. Scrissi a tutte le istituzioni, non servì. Adesso voglio abbracciare quella zona d’Italia, il Bergamasco, tutta la Lombardia”.

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Damiano
Damiano
4 anni fa

Quella perla di saggezza fu opera del prefetto ( dare l’ok ai tifosi bergamaschi) si sarà poi pentita …. mah ….

petermay
petermay
4 anni fa

Come sempre, un plauso al nostro Presidente! A proposito di LECCE-ATALANTA del 01\03 scorso: nei giorni precedenti la gara anch’io, piuttosto allarmato e temendo ovviamente il grande rischio di contagio del nostro territorio, ho voluto inviare il mio indignato post a questo sito lamentando l’incomprensibile, irresponsabile e scellerata decisione presa dalle Istituzioni preposte in merito alla suddetta gara a rischio. Cioè quella di…non voler decidere lo stop alla trasferta di Lecce per i tifosi atalantini (si rammenti che alcune settimane prima, per discutibili e molto meno gravi motivi, erano già state vietate alcune trasferte ai tifosi leccesi). Provvedimento tanto più grave sia perchè altre gare in calendario nella stessa giornata e ritenute a rischio erano state rinviate, sia perchè in quei giorni, in molti, eravamo già a conoscenza di alcuni focolai di contagio “accesi” proprio da cittadini bergamaschi in viaggio in varie parti d’Italia (Fiumicino, Palermo ed altre città) e all’estero (Spagna, dopo gara di coppa Atalanta-Valencia). Occorre anche ricordare che in quell’occasione, fortunatamente per noi, la maggior parte dei tifosi bergamaschi (alcune migliaia) decisero di non partire alla volta di Lecce (ne arrivarono soltanto alcune centinaia) solo perchè ritenutisi offesi nella loro dignità per il paventato diniego alla trasferta e che, appena il giorno dopo la gara, tutta l’area bergamasca venne dichiarata zona “rossa”.
Relativamente ai provvedimenti presi in quell’occasione dal nostro Sindaco, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, mi risulta invece che egli si sia prontamente attivato e che abbia diffuso in merito un post attraverso la sua pagina facebook in data 29\02\2020.
Comunque, fermo restando che, al momento, non è ancora il caso di accendere polemiche, allorquando l’emergenza covid-19 in atto sarà finalmente terminata, mi sembra doveroso voler accertare le eventuali responsabilità di tutti coloro che sono preposti alla salvaguardia della salute pubblica.
Colgo l’occasione per rivolgere un sincero ed accorato abbraccio di solidarietà a tutti gli incolpevoli abitanti di Bergamo e dintorni e a tutto il personale sanitario duramente provati dalla lunga ed angosciante lotta che stanno sostenendo.CORAGGIO!!!

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4 anni fa

Grande Pres
Sempre un signore !!!

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4 anni fa

Abbiamo fatto una giornata in più per farci scendere, se così sarà il calcio non farà più parte della mia vita

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4 anni fa

E non solo il sindaco ma anche il prefetto..perché loro sono a decidere sulla gestione della sicurezza.. è stato un errore incredibile..metto anche in mezzo la lega ma loro purtroppo guardano gli interessi e non la salute..

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4 anni fa

Tutti lo sapevano ,tranne il Sindaco di Lecce che non pronuncio’ mezza parola,non venitemi a parlare di competenze …quell’errore di valutazione lo ricorderò a vita !!!

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