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GdM – Pivotto ricorda Bari-Lecce 3-1 del 2000: “Subimmo un uno-due in avvio di partita che ci tagliò le gambe. Ma si giocò in un clima molto teso perché…”

La sconfitta per 3-1 subita dal Lecce a Bari, il 16 aprile 2000, nella quint’ultima giornata del campionato di serie A, si rivelò solo un incidente di percorso lungo il cammino verso la salvezza.

All’andata, l’11 dicembre 1999, la compagine salentina vinse per 1-0 il derby disputato al Via del Mare con i «galletti», che si rifecero nella gara di ritorno, archiviandola in poco più di mezz’ora e sbloccando il risultato dopo 2′, con Gionatha Spinesi, per poi raddoppiare al 12′, con Yksel Osmanovski, e triplicando al 33′, con Antonio Cassano.

Il Lecce si rifece una settimana dopo, imponendosi per 2-1, in casa, sul Cagliari e poi, dopo essere caduti a Firenze, festeggiarono la salvezza con un turno d’anticipo, superando per 2-1 il Torino, tra le mura amiche, così come ricorda a La Gazzetta del Mezzogiorno (nell’intervista di Antonio Calò) Matteo Pivotto.

RICORDI DI QUELLA STAGIONE. «Per noi si trattò di una annata memorabile. Disponevamo di un gruppo di grandi lottatori. Mister Cavasin fu molto bravo a trasmettere le giuste motivazioni a calciatori che già erano predisposti a lottare. Fummo in grado di dare del filo da torcere a tutti gli avversari, anche quelli più quotati. Pareggiammo per 2-2 al «Meazza», con il Milan e superammo l’Inter al Via del Mare».

DERBY CON IL BARI. «In quello di andata nacque il mito di Conticchio, giocatore amatissimo dai tifosi. La sfida fu disputata sotto la pioggia battente, su un terreno pesantissimo. A metà ripresa, Alessandro, appena entrato in area, controllò il pallone e lo girò imparabilmente in porta, facendo venire giù lo stadio. Quel giorno, fu soprannominato «il sindaco» perché i supporter lo volevano primo cittadino di Lecce. Il match coincise con l’esordio in A di Cassano. Nel ritorno subimmo un tremendo uno-due in avvio di partita, che ci tagliò le gambe. Poi, nella seconda parte della ripresa, incassammo la rete del 3-0. Riducemmo le distanze sul finire della ripresa, con Sesa, su rigore. Fu una sconfitta amara, sia per noi che per i tifosi. Perdere un derby pesa sempre tanto. Tra l’altro, si giocò in un clima molto teso e, durante il riscaldamento, un sasso lanciato dagli spalti sfiorò Conticchio».

MA IL LECCE A FINE STAGIONE SI SALVO’. «Proprio così. Ci salvammo nella penultima giornata e ricordo la festa che si scatenò al Via del Mare dopo il successo ottenuto ai danni del Torino. L’ultima salvezza del team salentino risaliva al 1989/1990».

EMERGENZA SANITARIA. «Il periodo è delicatissimo. Il Veneto, dove vivo, è una delle regioni più colpite dalla pandemia, ma il governatore Zaia è stato tempestivo nel prendere le misure idonee al momento giusto. Speriamo di venirne fuori del tutto. Io lavoro nell’azienda di famiglia, specializzata in carpenteria meccanica, che ha riaperto i battenti dopo essere stata chiusa per due settimane su nostra scelta».

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