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Lucarelli: “Calcio vittima di tanta demagogia. Non ci sono solo giri in Ferrari e vacanze ad Ibiza”

L’allenatore del Catania e ex bomber del Lecce parla delle varie implicazioni che l’emergenza coronavirus lascia e lascerà al calcio. L’analisi parte però da una riflessione ampia sulla classe dei calciatori.

BASTA GENERALIZZAZIONI.Il calcio è vittima di attacchi demagogici. Nell’immaginario collettivo il calciatore è colui che guadagna milioni di euro, va in giro in Ferrari e in vacanza ad Ibiza – così Cristiano Lucarelli espone il suo punto di vista in un’intervista resa a TuttoSport-. Non è così, o perlomeno è solo una piccolissima parte a farlo. Per il resto ci sono 500 calciatori in B e 1500 in C con stipendi normali, nonostante gli impegni e le aspettative su di loro sano le stesse di quelli che guadagnano tanto. Si parla di calciatori e si finisce per generalizzare“.

REALTA’ DI C. “In C ci sono giocatori che partono con le famiglie da Reggio Calabria per andare a giocare a Bolzano, e viceversa: il tutto a 1220 euro al mese che servono anche per pagarsi le spese.  La carriera di chi gioca è abbastanza breve, e alla fine bisogna reinventarsi in qualche modo senza aver potuto fare esperienza in precedenza. Smettiamola con questi luoghi comuni”.

SALARI E CARRIERE. “Si parla degli stipendi dei calciatori, pagati da privati che versano allo stato miliardi di euro, ma non ho sentito lo stesso ragionamento nei confronti dei politici. La carriera di chi gioca è abbastanza breve, e alla fine bisogna reinventarsi in qualche modo senza aver potuto fare esperienza in precedenza“.

VEICOLO. “Il calcio ha anche una grande importanza sociale in Italia e nel mondo: serve per veicolare messaggi e finanziare tante altre attività. Non è il male dell’universo“. 

COVID-19. “Non sono un medico e mi fido di quello che mi viene detto. Credo che molto dipenderà dall’evoluzione del virus. Si parla di un decorso di 70 giorni. Spero che abbiano ragione e che si possa ripartire a breve”.

LE PROMOZIONI IN C. “Giusto premiare le capoliste Reggina, Monza e Vicenza? Assolutamente sì, perché hanno acquisito un vantaggio largo e andrebbero in B con merito. Queste squadre vanno tutelate, come il Benevento deve andare in A. Il sorteggio per la quarta? Sono contrario, ma in extrema ratio si potrebbe pensare a un’estrazione tra le 3 o 4 società con i requisiti migliori per storia degli ultimi anni, bacino d’utenza e presenze allo stadio”.

FUTURO. “Mi aspetto riforme, perché con quello che è successo molte squadre scompariranno. Approfitterei di questo momento per fare qualche aggiustamento al sistema”. 

 

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