Il ministro allo sport Vincenzo Spadafora ha pubblicato un video sulla propria pagina Facebook snocciolando alcuni concetti importanti relativi al mondo sportivo in vista della fase 2, il cui inizio è in programma in 4 maggio, ma senza allenamenti per gli sport di squadra.
Gli allenamenti per gli sport di squadra auspicabilmente inizieranno il 18 maggio. Il dato oggettivo è che non potevamo riaprire a tutti subito, bisogna procedere poco alla volta. Ringrazio il presidente Gravina che oggi ha smentito le illazioni su un accordo sulla data di ripresa del campionato. Niente di più falso, qualche presidente ha il vizietto di mettere in giro falsità per aumentare la pressione sul governo, ma ripeto ancora una volta a questi presidenti che l’aria è cambiata”.
Spadafora torna poi sulla Serie A: “La prudenza che stiamo avendo, che non è incapacità di decidere come qualcuno in malafede sta scrivendo, è l’unica speranza che resta per la ripartenza del calcio, altrimenti sarebbe molto più semplice fare come hanno appena fatto in Francia e come hanno fatto altri Paesi e dire subito che il calcio si ferma qui. Invece la nostra prudenza lascia aperta questa possibilità, ma tutto dipenderà da come sarà la risposta dopo il 4 maggio, da come si svilupperà questa emergenza sanitaria. Se pensiamo che dal 4 maggio tutto potrà riprendere come se nulla fosse, rischiamo di ritrovarci in una situazione ancora peggiore di quella che abbiamo vissuto fin qui. Dobbiamo anche riconquistarci queste aperture”.
In mattinata sono state rilasciate queste dichiarazioni in onda su Omnibus La7: “Sono in corso i contatti tra il comitato tecnico-scientifico e la Figc che aveva presentato un protocollo ritenuto non sufficiente. Io ho però sempre detto che la ripresa degli allenamenti non significa ripresa del campionato. Vedo la ripresa del campionato come possibilità sempre più stretta. I giocatori devono riprendere giustamente gli allenamenti. Se fossi nei presidenti penserei a riprendere in sicurezza il nuovo campionato. La Francia non sarà l’ultima a decidere per lo stop e questo potrebbe indurre l’Italia a fare lo stesso ragionamento”.
“Non potevamo riaprire lo sport per tutti. Il comitato tecnico-scientifico ci ha detto di ricominciare contingentando i numeri, abbiamo dovuto fare delle scelte. Tornano ad allenarsi poche migliaia di persone. Il protocollo presentato dal calcio non era sufficiente. Comincio a percepire che potrebbe esserci una sorpresa nei prossimi giorni, ossia che i presidenti ci chiedano di fermarci e prepararci per il prossimo campionato”.