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Meccariello: “Sono partito dal basso, tra mille difficoltà. La Serie A è un traguardo che voglio tenermi stretto”

Il difensore giallorosso ce l’ha fatta, è riuscito a coronare il suo sogno. Arrivare nel calcio che conta, nell’Olimpo dei grandi campioni: un traguardo raggiunto la scorsa stagione con il Lecce e che ora spera di poter difendere fino alla fine, sempre ammesso che sarà possibile tornare in campo.

Il difensore si è raccontato in un una lunga intervista rilasciata a Transfermarket.

TUTTO COMINCIO’ NEI TORNEI ESTIVI. «Si tratta sicuramente di bei ricordi. Ho vissuto quei momenti con l’entusiasmo tipico dei ragazzini che per la prima volta si confrontano con le realtà professionistiche. Un sogno. Una soddisfazione doppia perché mio padre era fra gli organizzatori del torneo. Io giocavo in attacco, una sorta di centrocampista offensivo e molti dei miei avversari dell’epoca li ho incontrati di nuovo sui vari campi di Serie B e C. Crescendo, mi sono reso conto che quella linea di separazione si assottigliava progressivamente e che in quel mondo potevo starci anche io. Ad alti livelli la differenza la fa il pensiero e la velocità con cui viene applicato alla giocata, poi il calcio è uguale un po’ ovunque».

NON TUTTO E’ FILATO LISCIO. «Ho vissuto dei momenti complicati ma ho tenuto botta. Anzi, sono convinto che se avessi avuto un percorso di crescita più regolare mi sarei tolto qualche soddisfazione in più. Purtroppo la tenacia e l’impegno non sono sufficienti a determinare il tuo cammino. Talvolta arrivi in un determinato ambiente nel momento sbagliato o non riesci a guadagnarti la fiducia del tecnico. Nonostante ciò ho pensato sempre a lavorare, inghiottendo in silenzio i bocconi amari. Ad esempio, nel primo anno ad Andria in Lega Pro, faticavo a trovare spazio ma fui bravo a sfruttare la mia occasione: entrai per sostituire un compagno infortunato e feci subito gol e nella giornata successiva fui riproposto titolare, posizione mantenuta per quasi tutta la stagione».

IMPIEGATO IN PIU’ RUOLI. «Il mestiere di difensore l’ho appreso tardivamente, a costo di tanti errori. Eppure questo cambio di ruolo è stato un po’ casuale. Quando ero in D alla Viribus Unitis, il mister di allora era in emergenza di formazione e mi chiese se volessi cimentarmi; così piano piano arretrai il mio raggio d’azione fino a diventare un centrale con l’approdo in Serie B».

MASSIMA SERIE. «La Serie A è un traguardo. Ci potevo arrivare prima, quando ero ancora giovane e ho avuto qualche richiesta ma mi accontento di ciò che è stato. Nel mio ultimo anno alla Ternana ho fatto bene e questo mi ha permesso di andare al Brescia e da lì a Lecce, grazie soprattutto a mister Liverani che mi ha voluto fortemente. Insieme abbiamo lavorato bene e conquistato la promozione nella massima divisione. Ed esserci arrivato attraverso il lavoro non può che rendermi orgoglioso. Ho fatto il mio percorso e l’ho fatto con grande dignità e abnegazione».

ESORDIO INTER-LECCE. «In tutti questi anni ho sempre pensato di avere ottenuto il massimo dagli sforzi fatti, anche sudando il doppio del necessario. È stata una forma mentis che mi ha supportato nell’entrare in uno stadio storico come San Siro. In verità già durante la settimana avevo subodorato la possibilità di scendere in campo contro il Milan, anche perché avevamo qualche assenza in difesa e io già in passato mi ero cimentato con il ruolo di terzino destro. Sono partito dal basso, sono andato avanti a piccoli step e mille difficoltà, chiamato sempre a rincorrere un posto e, complice qualche infortunio di troppo, una condizione fisica che mi consentisse di esprimermi al meglio. Ecco, se dovessi individuare un rammarico sarebbe proprio quello di non aver mai avuto la continuità necessaria per arrivare prima al grande salto. É successo pure nel giorno dell’esordio, reduce da un’operazione al ginocchio che non mi aveva permesso di affrontare la preparazione estiva come avrei voluto. Però arrivare in A è stato assai gratificante per me e per chi ha sostenuto la mia formazione».

SE TORNIAMO A GIOCARE, MI FARO’ TROVARE PRONTO. «Se dovesse riprendere il campionato, il mio obiettivo è quello di farmi trovare pronto, soprattutto in un’ottica di incontri ravvicinati che offriranno a tutti la possibilità di giocarsi le proprie carte. In generale vorrei consolidare la categoria. So che il livello della Serie A è alto ma ci proverò come ho sempre fatto. Con tanto lavoro e umiltà».

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