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GdM – Cannito: “Non ci sono alternative: la Serie A deve essere portata a termine, anche giocando in agosto. E il Lecce può salvarsi”

L’ex calciatore giallorosso parla del momento attuale che sta vivendo il mondo del calcio in ottica emergenza sanitaria.

LA SERIE A DEVE ESSERE PORTATA A TERMINE. «Il campionato di A dovrà necessariamente riprendere ed essere portato a termine, a costo di dovere tornare in campo ad agosto. Non ci sono alternative, per una questione economica e perché se i verdetti non arriveranno dal terreno di gioco si rischierà il caos. In questo contesto, a maggior ragione dopo gli azzeccati ritocchi operati dalla società nel mercato invernale, la squadra giallorossa ha tutte le carte in regola per inseguire sino in fondo la permanenza e per riuscire a meritarla».

Poi, nell’intervista rilasciata a La Gazzetta del Mezzogiorno (curata da Antonio Calò) parla anche della gara Lecce-Como, giocata l’8 maggio 1977 e finita 0-0.

RICORDI DEL MATCH. «La partita con la formazione lariana ribadì i problemi che ci attanagliarono nella parte conclusiva del campionato. Dopo la promozione dalla C alla B, conquistata nel 1975/1976, nel 1976/1977 furono confermati mister Mimmo Renna e lo zoccolo duro della compagine, che aveva primeggiato in terza serie nazionale, che fu rinforzata con innesti di qualità, in quella che fu la prima annata della presidenza di Franco Iurlano. Le cose andarono a lungo molto bene. Poi sorsero differenze di vedute tra l’allenatore ed il direttore sportivo Mimmo Cataldo, che purtroppo si riverberarono sul nostro rendimento, che non fu più quello dei primi tre quarti del torneo. Basti pensare che nei primi 26 match conquistammo 33 punti, mentre nei restanti 12 appena 6 punti».

ANEDDOTO DI CAGLIARI-LECCE. «A Cagliari, durante l’intervallo dell’incontro, mentre parlavo con l’arbitro Rosario Lo Bello, fui colpito in pieno volto da un’arancia lanciata dagli spalti, che mi procurò una fuoriuscita di sangue. Il direttore di gara decretò la fine della contesa ed il giudice sportivo ci assegnò il successo a tavolino. Ebbene, dopo questo episodio, noi eravamo in netto vantaggio sugli isolani. A fine torneo, invece, accusammo un ritardo di 10 lunghezze dagli stessi sardi, che si piazzarono alle spalle del Vicenza, alla pari con Pescara ed Atalanta, che poi si aggiudicarono gli spareggi-promozione. Sono convinto che avremmo avuto i mezzi per meritare la promozione in A».

ERAVAMO UNA BUONA SQUADRA. «Ad inizio annata, tra settembre ed ottobre, vincemmo la Coppa italo-inglese semiprofessionisti, riservata alle formazioni che avevano trionfato nella Coppa Italia di C la stagione precedente, nei rispettivi Paesi. Tra agosto e settembre, inoltre, eliminammo dalla Coppa Italia professionisti il Torino di Claudio Sala, Pulici e Graziani, che aveva lo scudetto cucito sulle maglie e che a fine serie A lo cedette per un solo punto alla Juventus, dopo un entusiasmante testa a testa. Questo dimostra che eravamo molto forti».

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