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Allenamenti, caso Dinamo Dresda e il comma nel Decreto Rilancio: sarà lo stop definitivo alla Serie A?

Le ultime mosse del Governo sul tentativo di portare a termine i campionati sembrano andare anche su una cautela da prendere in caso di stop definitivo, ipotesi che sembra sempre più probabile.

Le ultime riunioni tra il Comitato Tecnico Scientifico e il fronte comune Figc-club di Serie A hanno pattuito una serie di modifiche da adottare al protocollo sanitario (qui l’analisi) per permettere la ripresa delle sessioni di gruppo, programmata per il 18 maggio prossimo.

Uno di questi nodi, però, rischia di diventare fatale per il prosieguo del massimo campionato. Le squadre inizialmente tentavano di replicare il modello tedesco, con la messa in quarantena decretata solo per il singolo tesserato risultato positivo al coronavirus. In Germania i lavori vanno avanti e sabato riprenderà la Bundesliga, anche se il caso della Dinamo Dresda rischia di far traballare anche quest’ipotesi, tanto sponsorizzata dai promotori della prima versione del protocollo sanitario respinta dal CTS e dal Ministro per lo Sport.

IL CASO TEDESCO. La squadra, in ritiro per preparare il ritorno in campo in Zweite Liga contro l’Hannover, ha riscontrato la positività di due atleti. Il club, si legge su Gazzetta.it, d’accordo con le autorità sanitarie cittadine e con la Dfl, ha deciso di mettere in quarantena tutta la squadra. Il provvedimento è stato necessario, perché prima della ripresa degli allenamenti tutti gli atleti sono risultati negativi al tampone. Ci deve esser stata una falla, quindi ora sono potenzialmente tutti a rischio.

Ma dalla Dfl fanno sapere: il 16 maggio la seconda divisione tedesca ripartirà comunque. Anche senza Dinamo. Il presidente federale Seifert, in un intervento alla Zdf, ha ammesso che la posizione di Lega e Federazione potrebbe anche cambiare nel caso in cui la situazione degenerasse: “Per il momento possiamo spostare le partite della Dinamo, non è un problema, ma è evidente che oltre un certo numero di rinvii non possiamo andare. Quanti rinvii? Dipende da quando si dovesse presentare il problema”.

PREVENIRE (?). L’ultima bozza del Decreto Rilancio, la cui approvazione è attesa a giorni, contiene una disposizione a sorpresa che apre uno scivolo in caso di chiusura dei campionati. Nelle 454 pagine di documento, è apparso un comma dedicato alle “disposizioni processuali eccezionali per i provvedimenti relativi all’annullamento, alla prosecuzione alla conclusione dei campionati“. Non riguarda, ovviamente, solo il calcio, ma questo mezzo servirà ad evitare un’estate di ricordi nell’evenienza di una sospensione dei giochi sempre più probabile.

In sintesi, per le controversie relative ai provvedimenti adottati dalle Federazioni si prevede che sia esclusa ogni ogni competenza degli organi di giustizia sportiva e gli stessi siano devoluti al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio – Roma. Niente gradi di giustizia sportiva e buona pace dell’autonomia dell’ordinamento sportivo.

L’unico grado di giudizio sarà centralizzato presso il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni. Il concetto chiave è ovvio. I gradi di giudizio federali, secondo la lettura del legislatore, avrebbero paralizzato la programmazione della stagione sportiva 2020/2021 e, soprattutto, la FIGC, che, come scrive Repubblica, non sarebbe al riparo dalle cause risarcitorie delle società. La norma consentirebbe così un parafulmine alle decisioni da intraprendere e una possibilità di disegnare senza gravi impedimenti la prossima stagione.

MISURE COMBINATE. Le modifiche imposte dal CTS e la previsione normativa del Decreto Rilancio sembrano quindi muoversi in una direzione univoca decisamente poco favorevole e poco propensa a tutelare le volontà delle società decise a riprendere. La quarantena obbligatoria in caso di contagio e l’isolamento potrebbero essere attuabili dalle squadre, ma le preoccupazioni inizierebbero dall’eventuale ripresa del campionato. Come comportarsi in caso di contagio? Anche qui un’ispirazione proviene dalla Germania.

Il piano della FIGC, come adottato dalla Bundesliga nella questione Dinamo Dresda, prevede un primo rinvio solo della squadra colpita dal contagio, senza stop all’intero torneo. Ma al secondo caso, la gestione potrebbe diventare già impossibile dal punto di vista logistico e sportivo.

La sensazione prevalente in seno alle istituzioni calcistiche è che il nuovo protocollo suoni come una sorta di mannaia alle ambizioni di ripresa dei club. Questa linea è condivisa anche dall’Uefa, che ha letto il protocollo italiano nello stesso senso. Il paradosso, infine, sarebbe un’automatica esclusione delle squadre italiane anche dalle coppe. La Uefa, viste le azioni di Bundesliga, Liga e Premier League, decise a giocare, vorrebbe chiudere Champions League ed Europa League, con o senza italiane. Al Governo, al premier Giuseppe Conte e ai partiti di maggioranza, spetta l’azione finale…

 

 

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