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GdM – Re: “Il Lecce mi ha sempre fatto una buona impressione. Mi è piaciuto sia per il gioco espresso che per l’atteggiamento messo in mostra”

L’ex calciatore giallorosso parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) del Lecce di oggi e delle sue stagioni con la maglia del club salentino.

LECCE DI OGGI. «Mi ha sempre fatto una buona impressione. Mi è piaciuto sia per il gioco espresso che per l’atteggiamento messo in mostra. Da compagine neopromossa, ha quale obiettivo la permanenza e, se la stagione verrà portata a termine, la inseguirà sino alle battute conclusive, cercando di raggiungere un traguardo che varrebbe tantissimo».

L’ex tornante Giovanni Re, che attualmente lavora per la federazione e fa parte dell’area scouting, operando in Liguria, ricorda poi la partita giocata a Pisa 40 anni or sono e la sua prima annata con la casacca del Lecce.

RICORDI DEL MATCH. «Perdendo in casa, per 1-0, con il Lanerossi Vicenza, complicammo il nostro cammino verso la permanenza in B. Così la società, in vista della doppia trasferta di Pisa e di Pistoia, decise di farci andare in ritiro per due settimane a Montecatini. Purtroppo, ci arrendemmo per 1-0 nella prima delle due sfide, quella disputata il 25 maggio 1980 all’ombra della torre pendente. Poi pareggiammo a reti inviolate sia il match seguente che quello interno, giocato con il Genoa, e centrammo la salvezza, piazzandoci quindicesimi, a +2sulla zona retrocessione. Insomma, la stagione 1979/1980 fu estremamente complicata per la squadra. Sul piano personale, invece, feci decisamente bene, stabilendo anche un ottimo feeling con i tifosi, che apprezzavano il fatto che dessi sempre tutto».

TRASFERIMENTO DALLA SAMPDORIA. «Non fu un trasferimento facile, perché in blucerchiato ero cresciuto e con il sodalizio ligure ero stato tesserato per sei stagioni, tra giovanili e formazione maggiore. Ero reduce da un brutto infortunio, ma il direttore sportivo Mimmo Cataldo, che era un mio estimatore, volle fortemente puntare su di me. Ebbene, non mi sono mai pentito di avere accettato la proposta del Lecce. Nel Salento mi sono rilanciato dopo diversi mesi di stop. Ho conosciuto una piazza calda e passionale ed ho lavorato per una società organizzata che, nonostante non ci fossero certo grandissime risorse economiche, era gestita con oculatezza e non ci faceva mancare nulla. La forza del club presieduto da Franco Iurlano era il vivaio, dal quale all’epoca emersero diversi ragazzi di valore, tutti della zona, che hanno poi fatto una gran bella carriera. Penso a Bruno, Maragliulo, Rizzo, Mileti, Progna, che esordirono proprio nel biennio nel quale feci parte della rosa».

OTTIMO RAPPORTO CON L’AMBIENTE. «Il tecnico, nel 1979/1980, era Mazzia, che sapeva approcciarsi nella maniera giusta con i calciatori. Il gruppo era un mix di atleti navigati e ragazzi dalle belle prospettive. Fui accolto benissimo. La società, dopo la promozione dalla C ottenuta nel 1975/1976, si stava facendo le ossa tra i cadetti e stava costruendo a piccoli passi, senza andare mai oltre le proprie possibilità, quella crescita che, qualche anno dopo, l’avrebbe portata alla prima storica promozione in A».

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