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GdM – Il record di Tarabocchia: “Cinque mesi senza prendere gol. Merito mio ma anche della difesa”

L’ex portiere giallorosso parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) della sua imbattibilità in maglia giallorossa durata ben 1791 minuti.

La stagione 1974/1975 vide il Lecce piazzarsi al terzo posto della classifica del campionato di serie C, alle spalle del Catania e del Bari. La formazione giallorossa, allenata da Nicola Chiricallo, cedette nella corsa per la promozione nella fase conclusiva del torneo, culminata con la sconfitta interna per 1-3 subita ad opera della Salernitana il primo giugno 1975. L’annata in questione, però, è rimasta scolpita a caratteri cubitali nella storia del calcio per il record di imbattibilità stabilito da Emmerich Tarabocchia, portiere della compagine salentina, che non subì gol per ben 1.791 minuti.

RICORDI STAGIONALI. «Fui trafitto sul finire del derby esterno con il Bari (3 novembre 1974, ndr) e poi la nostra porta restò inviolata dalla sfida casalinga con il Benevento (10 novembre 1974, ndr), valida per il girone di andata, a quella esterna con la stessa compagine sannita (6 aprile 1975 ndr), che si giocò nel ritorno. Dopo il match pareggiato per 0-0 con la Reggina, a Reggio Calabria, promisi a Di Somma, Lorusso e Materazzi che non avrei tagliato nemmeno un po’ i baffi fino a quando non avessimo preso una rete. Ebbene, l’imbattibilità durò circa 5 mesi ed i miei baffi crebbero a dismisura, come dimostrano tutte le foto dell’epoca ancora in circolazione».

UN RECORD DA CONDIVIDERE. «Quando non si incassano gol per un periodo tanto lungo significa che il portiere fa bene la propria parte, che ha un pizzico di fortuna, ma anche che può contare su un complesso solido ed in particolare su una grande retroguardia. Ebbene, davanti a me giostravano calciatori del calibro di Lorusso, Di Somma, Loseto, Loprieno, Materazzi. Tutti uomini veri, ai quali non tremavano certo le gambe quando andavamo a giocare su tanti campi infuocati della serie C dell’epoca, con il pubblico aggrappato alle reti di recinzione».

LECCE SCONFITTO A BARLETTA MA FU VITTORIA A TAVOLINO. «Quella con i biancorossi del Barletta non fu una gara. In campo pioveva di tutto, soprattutto sassi. La decisione della giustizia sportiva fu sacrosanta. A quei tempi, mi sembrava di essere diventato un fenomeno da baraccone. Quando eravamo impegnati in trasferta, i tifosi avversari andavano allo stadio perché attendevano il momento in cui avrei subito gol».

ADDIO AL LECCE ALLA FINE DELLA STAGIONE 1974-75. «Il mio cartellino apparteneva al Sorrento, che mi aveva dato in prestito al sodalizio salentino. Sarei voluto rimanere in giallorosso, in quanto avevo trovato un ambiente ideale per esprimermi al meglio. Invece, la società campana ricevette un’offerta vantaggiosa dal Bari e mi cedette ai “galletti».

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