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GdM – Macellari: “Spero che il Lecce si salvi. La piazza lo merita. Nel Salento ho ancora tanti amici”

L’ex calciatore giallorosso parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) del Lecce di oggi e ricorda poi la vittoria conquistata nella gara casalinga con il Torino dell’8 giugno 1997.

LECCE DI OGGI. «Sono contento di non avere vissuto questo periodo drammatico da calciatore. Sarebbe stato un incubo non giocare per tre mesi e poi essere costretti a farlo ogni tre giorni. A comandare, però, oramai sono le televisioni, che impongono un calendario spezzatino. Sono un nostalgico dei tempi in cui tutte le squadre andavano in campo alla stessa ora. Spero che il Lecce si salvi. La piazza lo merita. Nel Salento ho ancora tanti amici».

Spazio poi ai ricordi della sfida con il «Toro», andata in scena nella penultima giornata del torneo cadetto 1996/1997.

RICORDI DEL MATCH. «La vittoria per 1-0 conquistata nella gara casalinga con il Torino, dell’8 giugno 1997, al Via del Mare, ci permise di presentarci a Cesena, la domenica seguente, con la possibilità di essere artefici del nostro destino e di centrare la promozione dalla B alla A. La grande soddisfazione, a livello personale, fu costituita dal fatto che il match con i granata fu deciso da un mio gol, realizzato in avvio di partita».

IL MIO GOL. «Rammento benissimo l’azione della rete che segnai al Torino. Anticipai sulla trequarti campo Andreotti, l’esterno granata, gli rubai la sfera e la smistai sulla destra a Palmieri, continuando la mia corsa verso l’area avversaria, facendomi trovare pronto alla deviazione vincente, di testa, sul traversone del nostro attaccante. Dagli spalti giunse un boato incredibile, che mi regalò una emozione pazzesca. Capimmo tutti di avere compiuto un passo fondamentale verso la A».

VITTORIA E PROMOZIONE UNA SETTIMANA DOPO A CESENA. «Al “Manuzzi”, nessuno avrebbe potuto fermarci. Quando ci presentammo sul terreno, il colpo d’occhio offerto dai nostri supporter al seguito ci regalò una scossa di adrenalina. L’arbitro fischiò l’inizio e noi andammo immediatamente in gol, al 1′, con Francioso, con una azione che passò dai miei piedi e da quelli di Palmieri. Lo stesso Palmieri, quindi, raddoppiò nella seconda metà del primo tempo, triplicando nelle fasi finali della ripresa. Il Lecce 1996/1997, diretto da Ventura, era all’incirca lo stesso che aveva trionfato in C, nella stagione precedente. Giocavamo a memoria, spesso ad ottimi livelli».

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