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GdM – Negretti: “Il Lecce è stato penalizzato prima dello stop, ma la squadra di Liverani ha tutto per salvarsi”

L’ex portiere giallorosso parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) del Lecce di oggi e poi ricorda le sue stagioni giallorosse.

LECCE DI OGGI. «Bisogna giocare, perché non vada tutto a rotoli, ma la stagione è oramai ampiamente falsata. Il Lecce è stato penalizzato prima dello stop, in quanto la 26esima giornata, disputata in due trance, ha fatto registrare qualche risultato negativo per i giallorossi. La squadra di Liverani, però, ha tutte le carte in regola per raggiungere la permanenza, come merita».

Spazio poi ai ricordi dell’annata 1985 culminata con la conquista della massima serie.

RICORDI GIALLOROSSI. «Mi ero fatto male in uno scontro con Marocchi, nella gara giocata a Bologna (il 5 maggio 1985), nella quale avevamo ottenuto un importantissimo pareggio per 1-1. Il verdetto delle radiografie era stato impietoso, in quanto mi ero procurato la frattura della mandibola. Per me, in teoria, la stagione era finita in anticipo, con il Lecce in lotta per la sua prima storica promozione in A. Invece, decisi di continuare ad allenarmi e recuperai a tempo di record. Ricordo che il dottore Palaia mi posizionò negli elastici in bocca, mentre mister Fascetti decise di gettarmi nella mischia nella penultima partita di campionato, in casa, con il Cagliari, il 9 giugno 1985».

RICORDO DEL MATCH. «La sfida con gli isolani fu tutt’altro che agevole. A noi serviva assolutamente il successo per ipotecare la promozione, mail team sardo tenne botta per tutto il primo tempo. In avvio di ripresa, però, sbloccammo il risultato grazie ad un’autorete (di Lamagni) e, sul finire del match, raddoppiammo con Alberto Di Chiara. Fu l’ultimo incontro disputato al vecchio “Via del Mare”, in quanto le ruspe iniziarono immediatamente i lavori necessari per adeguare la struttura in vista della serie A».

LA PROMOZIONE ARRIVO’ UNA SETTIMANA DOPO CON L’1-1 A MONZA. «In Brianza badammo al sodo, ovvero a mettere da parte quel punto, che ci avrebbe dato la certezza della promozione indipendente dai risultati delle dirette rivali obbligatoria. Fu festa dopo il 90’, con la classica invasione di campo pacifica dei tifosi al seguito. La sera prendemmo tutti parte alla “Domenica Sportiva” e poi andammo in un noto locale di Milano, che era stato riservato solo per noi, per i cronisti e per gli addetti ai lavori al seguito.  A Lecce, intanto, come apprendemmo al rientro, impazzavano le sarabande di auto e la gente faceva il bagno nella fontana di piazza Mazzini».

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