Il campionato russo, ripartito oggi, comincia con il giallo. Il Rostov, quarto in classifica, patisce la quarantena dell’intero gruppo squadra. In campo sono andati i 2002/2003 giusto per evitare il k.o. a tavolino. La sconfitta con il Sochi è stata inevitabile.
Neanche il tempo di rivedere il pallone che rotola e cominciano le polemiche. In Russia, oggi è stato il giorno della ripartenza del massimo torneo. Tra le gare in programma oggi, insieme a Krylya Sovetov-Akhmat Grozny, c’era Sochi-Rostov. Gli ospiti, in lizza per i piazzamenti europei, però sono scesi in campo con una formazione giovanile. Il perché? La quarantena di quasi tutta la rosa a seguito di sei positività al Covid-19 registrate.
La polemica, in verità, è già scattata prima di scendere in campo. Il Rostov, dopo un iniziale ok alla disputa dell’incontro, stamani aveva pubblicato una petizione in cui si chiedeva al Sochi, ultimo, il rinvio dell’incontro in segno di “solidarietà”. Dai padroni di casa però è giunto “il niet”: l’incontro si deve disputare e così è stato. Ieri la federcalcio russa aveva proposto di rimandare la partita al 19 luglio, ma ciò richiede l’accordo delle due squadre, che non c’è stato.
L’undici allenato da Valeri Karpin ha però perso 10-1. In verità, neanche Karpin ha presenziato alla gara, giocata dal Rostov con i giovani guidati da Tedeev. Curiosamente, i giovani sono anche passati al 1′ con Romanov prima di subire la pioggia di gol del Sochi.
Una nota “giallorossa” ha accompagnato il match. Giannelli Imbula, meteora giunta al Lecce in estate, ha debuttato proprio oggi con la maglia del Sochi, che lo ha accolto dopo la doppia rescissione dai salentini e dallo Stoke City, club proprietario del cartellino sino allo scorso inverno. Il congolese è entrato in campo al 60′ al posto di Margasov sul punteggio di 7-1.