Il trainer del Sassuolo esprime felicità dopo la vittoria sul Lecce, risultato che chiude il discorso salvezza e apre altri obiettivi agli emiliani.

NOI MAI ASSATANATI. “La mia rabbia sul 4-2? Dicevo che ci perdiamo in un bicchiere d’acqua. Avevamo iniziato bene la partita e poi due palloni forzati in avanti…Devo fare i complimenti al Lecce, sentiti, reali e veritieri. Ci hanno messo in difficoltà giocando”.

SPARTIACQUE. “Per noi era uno spartiacque. Abbiamo chiuso il discorso salvezza, cose che in passato abbiamo sofferto. Europa League? So che adesso siamo salvi e con umiltà vogliamo trovarci un posto al tavolo di quelli forti. Sta a noi giocare le partite con le nostre armi. Possiamo mettere in difficoltà tutti e possiamo essere messi in difficoltà da tutti”.

ATTACCO. “Caputo, Boga e Berardi? Abbiamo un attacco da grande e una difesa da piccola. Bisogna togliere le sbavature difensive. La stessa voglia che mettiamo per far gol va messa dietro. Per un motivo o per l’altro, partendo anche da me, prendiamo gol. Se ciò accade siamo completi al cento percento”.

SASSUOLO COME ATALANTA. “Un progetto con le conferme di De Zerbi, Caputo e gli altri? A chiacchiere si può far tutto, dopo ci vogliono i fatti. Io continuo a cambiare 6-7-8 giocatori a gara perché ho una rosa forte. Se dimostriamo di tenere questo passo, ci saranno i fatti. Io sono rimasto per riconoscenza. Il Sassuolo mi ha preso dal Benevento retrocesso e ho trovato persone per bene proseguendo. La squadra ha margini di miglioramento e mi diverto ad allenare questi ragazzi. L’Atalanta non conosce risultato parziale, danno sempre il massimo mantenendo l’identità. Capitano gli stop bruschi, ma se mantieni l’identità migliori”. 

IL FUTURO DI DE ZERBI. “Non mi ha chiamato nessuno, ma se mi avessero chiamato non avrei cambiato opinione. Già da settembre volevo rinnovare il contratto. L’estate scorsa qualcuno mi ha contattato sì. Non ho ansie e smanie di andare chissà dove. Il Sassuolo è una società seria e non capisco dove dovrei andare”. 

COSA MIGLIORARE. “L’attenzione individuale, ma anche degli attaccanti. Anche una pressione sbagliata, senza temporeggiare, fa scoprire delle zone che fanno nascere i gol. E’ successo a Firenze. L’attenzione è un elemento importante per il difensore specialmente quando lavori in fase di possesso. In non possesso, bisogna cambiare chip mentale”.