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Liverani e quella contraddizione mai risolta: l’approccio disastroso in ogni match decisivo

Salvo rarissime eccezioni, il Lecce è sceso in campo sempre in ritardo nei match in cui vincere era un obbligo. Il campionato è finito e Liverani non è riuscito a risolvere questo grave handicap.

Avvertenze: quest’analisi fa ampio uso di memoria. Una premessa dalla giusta dose di ironia per sottolineare che un po’ a tutti piacerebbe guardare a Bologna-Lecce con lo sguardo fiero del tifoso di una piccola che si è dovuta arrendere solo alla malasorte (Krejci sulla linea e rigorino su Mancosu). Purtroppo Bologna-Lecce è molto di più, ed in negativo. E’ una gara decisiva, l’ennesima, buttata al vento causa approccio disastroso dei giallorossi.

Ammettiamolo, un po’ tutti dopo il primo quarto d’ora del Dall’Ara ci siamo detti che non meritavamo assolutamente la A. Perché no, essere asfaltati, umiliati, annichiliti così da una squadra in vacanza da un mese vuol dire non avere caratteristiche adeguate alla categoria. Bella novità, direbbe qualcuno, non è notizia di oggi che la rosa giallorossa paghi con 18 club su 19. Ma mister Liverani ha dimostrato più volte di saper ovviare a tutto ciò, di saper ridurre il gap tecnico con le contendenti. Su tutti i piani, tranne uno: quello della mentalità “cattiva” di approccio ai match decisivi.

Un approccio che il Lecce ha sempre sbagliato, culminato ieri nel formato picnic in cui Mancosu e compagni si sono presentati nei minuti iniziali del match in Emilia. Talmente brutti, molli, svogliati da essere inaccettabili. Così come inaccettabile è l’aver subito 5 nitide occasioni da rete in 8 minuti, comprensivi di quasi 1 e mezzo di stop per le esultanze: umiliante.

Ed il discorso della differenza di caratura tecnica non regge, lo dice la storia di questo campionato. Campionato in cui la formazione di Liverani ha sempre saputo contenere la furia avversaria nelle fasi d’avvio della gara, su tutte nei match con Inter (entrambi), Juventus (entrambi), Napoli (andata), Roma (andata) e Atalanta (entrambi). Spesso sfide concluse in goleada per la troppa forza avversaria, ma avviate nel modo giusto, convinto, sicuro dai giallorossi.

Un vero paradosso, una contraddizione. Il Lecce non riesce ad entrare in campo con la testa giusta nelle gare pesanti, quelle da 6 punti o giù di lì. E’ un problema che viene da lontano, da quel Verona-Lecce del secondo turno. Arroganza? Presunzione? Siamo troppo belli per sputare sudore come voi? Probabilmente sì, e probabilmente il tutto è il rovescio della medaglia delle qualità indiscusse di un tecnico difficile da condannare per quanto fatto quest’anno, non per reverenza passata. Ma sì, in questo Liverani ha grosse pecche. Lo dimostrano appunto i numeri: escluse le sfide con Spal (a/r) e l’ultima con il Brescia, nelle gare da dentro o fuori il Lecce ho non c’è stato, o ha giocato metà gara con andamento diesel.

E dar retta al discorso “eh ma poi abbiamo giocato, e anche bene, creando tantissimo: meritavamo di vincere” vale fino ad un certo punto. Anzi, non vale proprio, visto l’esito negativo. E non perché nel calcio conta solo il risultato, qui non siamo a Vinovo. Ma lo sanno anche i sassi che una gara giocata a rincorrere comporta uno spreco di energie psicofisiche importantissime. Talmente tante da vanificare una seconda metà di gara super, come ieri a Bologna, per stanchezza e poca lucidità nei minuti finali. Difficilmente, con un inizio migliore, il Lecce non avrebbe portato a casa la gara di ieri con un avversario alla lunga tutt’altro che cattivo. E stavolta fa male più che in passato.

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Giulio
Giulio
3 anni fa

Commento cancellato? Alla maniera di Carulli?

Gabriele De Pandis
Editore
3 anni fa
Reply to  Giulio

Gentile lettore, a quale commento si riferisce ?

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3 anni fa

ma forse a proposito di colpe qualcosina la stampa locale le ha nel caricare di pressioni le partite dell’ossesivo solo vincere

1abbonato
1abbonato
3 anni fa

E che deve dire solo perdere..

carlo
carlo
3 anni fa

Scusa Alessio, se una difesa prende 80 reti ( x ora) un motivo ci sarà o no…? o è solo questione di ” approccio” alla gara ?
Io dico, e i fatti lo dimostrano, che in A non si gioca con una difesa manco di B ( x non parlare dell’attacco) fatta di uomini necessariamente imposti al mister che per sole, valide questioni professionali, non poteva certo sputare nel piatto in cui mangiava…

1abbonato
1abbonato
3 anni fa

Bell’articolo..i piagnistei dei poverini tartassati dal palazzo non pagano..ecco perche siamo retrocessi..per scarsità di uomini e per mentalità da guardiola di torvergata dell allenatore.

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