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Con coerenza contro ogni logica: il Lecce produce tanto e si merita l’ultima speranza

Il successo contro l’Udinese premia il sacrificio e la coerenza degli uomini di Liverani, bravi a rimontare nel migliore dei modi l’ennesima gara nata con uno svantaggio.

E’ difficile fare un’analisi tattica dopo una vittoria così di cuore, così voluta con orgoglio in un quadro tecnico-tattico, in un campionato, e in un periodo storico-sportivo dove le atipicità da calcio d’estate sono ormai consuetudine. Le motivazioni hanno fatto la differenza, ma dietro questa chiosa non si può semplificare la storia di una squadra che non molla mai. E’ fotografia del suo allenatore nei pregi e nella voglia di mantenere ben definita l’identità nonostante grandi e oggettivi difetti.

Lecce e Udinese si sono affrontate in uno stato di forma più che precario. Gotti ha dovuto fare la conta dei disponibili completando la quasi totalità della panchina con i Primavera. Per molti dei nostri lettori, poi, è inutile ripetere i gravi problemi fisici che hanno interessato, e interessano, moltissimi effettivi.

Gianluca Lapadula che esulta a denti stretti ancora una volta e si arrende alla caviglia dolorante è la fotografia dell’andamento, anche tattico, di una partita dove i giallorossi sono andati ancora sotto, vacillando prima di sfruttare l’episodio chiave che ha cambiato la storia della serata.

SVOLTA. L’episodio chiave, appunto, arriva al minuto 40. Becao e Troost-Ekong toccano il pallone con il braccio su cross di Falco. Rigore. Mancosu, dopo dei consulti, si presenta dal dischetto nel mentre il tabellone della Dacia Arena dà la notizia del raddoppio del Sassuolo sul Genoa (finirà poi 5-0). Il capitano non cambia stile di battuta e con il saltello prima del calcio, non pensando ai due errori precedenti dal dischetto, mette dentro la palla dell’1-1.

Ma cosa era successo prima? In verità, rispetto agli approcci di Genova (brutto) e Bologna (bruttissimo), il Lecce era entrato bene in campo, prendendosi ampie fette di possesso palla ma senza riuscire a concludere in modo pericoloso verso Musso. Una disattenzione, la solita da parte della difesa, ha permesso lo stacco vincente a Samir, implacabile senza marcatura adeguata sul corner di De Paul, nettamente una spanna sopra i compagni per tecnica e visione di gioco.

AVVERSARI. L’Udinese, dal canto suo, ha preparato la partita non pressando alto il Lecce almeno all’inizio, forse consapevole della poca benzina nelle gambe dei suoi calciatori, come confermato nelle parole del postgara. Le occasioni ci sono state, dal colpo di testa alto di Okaka alla sortita di De Paul chiusa da Gabriel, ma non sono stati i bianconeri tonici capaci di strappare la salvezza con la rimonta ai danni della Juventus.

Nella ripresa, il Lecce ha cercato di non scomporsi nonostante il ticchettio delle lancette che, in caso di pareggio, sarebbe significato Serie B.  Falco è stato sfortunato in occasione di un tiro murato da Troost-Ekong e in un’occasione impreciso. I compagni, Barak respinto e Petriccione non potente e preciso per battere Musso, sembravano poi riproporre il film di Genoa-Lecce: tanta costruzione ma nessuna stoccata. E di Gianluca Lapadula, prima del gol, nemmeno l’ombra nel tabellino delle occasioni.

L’undici di Liverani si è spinto all’attacco totale nel finale, dopo il colpo non riuscito a Lucioni su respinta di calcio d’angolo. E con un’azione “liveraniana” il Lecce ha trovato il 2-1. Attacco prolungato sputato via dalla retroguardia avversaria. Secondo cross di Dell’Orco per il dialogo Lapadula-Barak-Lapadula prima del tripudio e della fotografia della gara di cui vi abbiamo già parlato. Area piena di maglie giallorosse, dogma del liveranesimo in assenza di uomini capaci di tirare il proverbiale coniglio dal cappello.

I SOLITI GIALLOROSSI. L’identità del Lecce è forte, e lo è nella gioia (produzione offensiva) e nel dolore (erroracci). Ci spieghiamo. Raggiunto il sorpasso, non è mancato il brivido quando Donati ha sbagliato le misure di un retropassaggio verso Gabriel. Lasagna, però, non ha trovato l’assist per Nestorovski utile ad annullare la chiusura di Gabriel. Un finale di campionato “normale” avrebbe dato a Liverani tempi e modi per lavorare, anche individualmente, per ridurre al minimo questi fatti, ma la Serie A 2019/2020 normale non lo è stata.

Agli annali, e un domani quando la memoria degli episodi sarà più corta, si dirà che in Udinese-Lecce 1-2 le motivazioni avranno fatto la differenza. Forse è vero, ma l’interpretazione sembra riduttiva. La coerenza, quasi cocciutaggine, del Lecce e di Liverani ha regalato l’ultima pescata utile per la salvezza. Il verdetto tanto atteso, ovviamente, non dipenderà solo dall’esito di Lecce-Parma. I giallorossi faranno il loro, sempre seguendo il liveranesimo, di cui tracceremo il bilancio da lunedì, poi se il calcio regalerà altre storie incredibili…

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