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Partita vera, con il solito Lecce gioie e dolori, solo per 45′

L’ultima analisi tattica della Serie A 2019/2020 non può andare al di là del primo tempo disputato ieri al Via del Mare. Come affermato da Liverani nel postgara, il 3-0 maturato a favore del Genoa ha svuotato di significato la contesa.

Il Lecce lascia la Serie A e lo fa apponendo ancora una volta il suo marchio, nel bene e nel male. Mai una squadra con 52 reti all’attivo aveva lasciato la massima serie nell’epoca dei tre punti, ma dall’altra parte le 85 reti subite sfiorano i record storici del campionato. Nella Serie A a 20 squadre, infatti, è il Venezia del 1949/1950 a detenere la maglia nera di peggior difesa, con 89 gol incassati. Ma per i numeri storici, prestissimo, ci sarà tempo.

La banda Liverani, dopo un inizio promettente, in 11′ si è ritrovata a scalare un Everest. Dall’autogol di Lucioni (13′), forse poco reattivo sulla carambola nata dal tiro di Hernani al raddoppio di Caprari (24′) si sono dissolute le residue speranze salvezza. Nel mentre, l’attaccante del Genoa Sanabria, con minutaggio quasi uguale (13′ e 25′) puniva la vacanziera difesa dell’Hellas Verona e, di fatto, metteva la parola fine alla lotta salvezza, riaperta al penultimo turno grazie al guizzo di Lapadula in casa dell’Udinese.

Davanti a questi dati di fatto, in un finale di campionato accelerato con partite giocate ogni tre giorni, le motivazioni si sono dissolute, anche perché la condizione fisica di molti senatori era allo strenuo e il maggior tasso tecnico del Parma, sul velluto dal punto di vista mentale, ha squilibrato la gara.

Liverani ha provato sin dall’inizio a fare suo il piglio dell’incontro con una difesa altissima (ancora riecheggiano i “Lucio, alzala” indirizzati a Fabio Lucioni) e col frequente tentativo di riempimento dell’area per arrivare al gol. Più che le occasioni, però, della prima parte di Lecce-Parma 3-4 si ricorderanno le praterie su cui si sono fiondati Kulusevski, che ha dimostrato la sua caratura superiore, e Caprari. Saponara ha spesso temporeggiato ricercando, anche forzatamente, l’assist per i compagni meglio appostati al centro dell’area. Anche quando, in linea di principio, qualche staffilata verso la porta non avrebbe fatto male.

Con un riempimento dell’area fulmineo, a seguito di un errore di Gagliolo, è arrivato l’1-2: assist di Mancosu e Barak che mette dentro con la presenza di almeno tre compagni pronti a insaccare. Discorso simile, con punta di leggerezza difensiva del Parma, forse sazio dal vantaggio, in occasione del primo gol in A di Biagio Meccariello. Un inzuccata vincente meritata per lui, dopo la gioia soltanto sfiorata contro il Milan, con il virtuale 1-1 cancellato dal VAR. Filippo Falco, brioso come sempre contro il Parma che ha già gli occhi su di lui, ha sfiorato il sorpasso già nella prima frazione. Ma il suo tiro strozzato ha soltanto sfiorato il palo.

Ecco. La gara è di fatto finita al 45‘. Troppo ampio il vantaggio del Genoa per credere nei miracoli nonostante (i troppi, diciamocelo) proclami di Ivan Juric, poi espulso durante la gara per proteste. Nella ripresa, Meccariello ha macchiato la giornata del suo primo gol in A con la dimenticanza in marcatura su Cornelius, unico giocatore parmigiano in area in occasione del tris. Stesso discorso per il poker, con Inglese ficcatosi tra le larghissime maglie della difesa leccese.

Il sussulto d’orgoglio è giunto nel finale, con Lapadula, firmatario dell’ultimo gol del Lecce 2019/2020. Il suo colpo di testa in tuffo è il simbolo di una serie di scommesse che purtroppo non sono bastate a scrivere la storia del club, con una salvezza che avrebbe avuto dello straordinario dopo la doppia scalata dalla C alla A. Gianluca Lapadula ha centrato il suo rilancio dopo tante stagioni nell’anonimato, avrebbe voluto esultare in faccia al Genoa, squadra che lo ha scaricato senza troppi remori e che ora si trova un tesoretto.

Le favole, nel calcio, esistono, ma vanno anche spinte. E a Liverani, a cui auguriamo di essere protagonista di un “nuovo liveranesimo”, resta il forte rammarico per errori e episodi girati male in questo veloce finale di campionato. Anche per questo, magari con componenti ancor più coese, c’è voglia di ripartire.

 

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