Il centrocampista cresciuto nel Milan, con un’esperienza anche nel Lecce agli ordini di Eusebio Di Francesco, ha parlato della sua carriera ai microfoni di Tmw.

Rodney Strasser, una meteora giallorossa (e dell’intero calcio italiano) ha deciso di ripartire lo scorso marzo dalla Scandinavia. Coi finlandesi del Turun Palloseura però l’avventura si è congelata presto a causa della sospensione del calcio per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

La ripresa della Veikkausliiga però ha permesso il ritorno in campo: “Sono andato a marzo e subito hanno chiuso tutto -ricorda il centrocampista-. Ero sempre in palestra, la situazione non era grave come in Italia ma ad ogni modo alberghi e ristoranti erano chiusi. Per ammazzare il tempo correvo, prendevo la bicicletta e giravo, cercavo di tenermi in forma. Non è stato facile essere qui da solo, però questa è la mia professione e ormai sono abituato ad essere lontano dalla famiglia. La fortuna è che in Finlandia tutti parlano l’inglese perfettamente, per cui non è certo un problema”.

Nel passare in rassegna le sue esperienze italiane, importanti soprattutto nella crescita vissute nel settore giovanile del Milan, Strasser parla anche della porzione di campionato 2011/2012 vissuta in giallorosso: “A Lecce le cose andavano bene, giocavo spesso. Poi ho subito un infortunio al malleolo che mi ha messo ko a lungo. A quel punto il prestito è stato interrotto in anticipo e a gennaio sono rientrato al Milan. Da lì una serie di eventi sfortunati, oserei dire un calvario. Ebbi una ricaduta, non stavo bene fisicamente e a parte l’anno alla Reggina in Serie B non sono quasi mai riuscito a giocare”