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La strategia di Corini e l’anima del Lecce: ad Ascoli un successo da (grande) squadra

I primi tre punti conquistati in campionato dal Lecce danno una scarica di autostima ad una squadra capace di costruirsi nonostante le insidie dettate da calciomercato e automatismi ancora da costruire.

Vincere aiuta a vincere. Uno slogan calcisticamente antico, intriso anche di ovvietà, ma che riflette al meglio l’impressione respirata ieri da giallorossi dopo l’affermazione, questa tutt’altro che ovvia, sul campo dell’Ascoli. Corini, forte del maggior tasso tecnico a disposizione, ha messo in cantiere una strategia premiata come vincente poi dalla conduzione del match: primo tempo a gestire il pallone in zona offensiva facendo correre gli avversari e poi, nella ripresa, le mosse tattiche per graffiare grazie alla maggior qualità.

I PIEDI BUONI. La svolta della gara è stata proprio lì, al minuto 50. L’ingresso in campo di Tachtsidis ha ridisegnato il 4-3-3 coriniano e la scodellata di Listkowski in area con riempimento dell’area di liveraniana memoria ha portato capitan Mancosu al primo gol stagionale. Tachtsidis in regia, come già fatto vedere negli scampoli contro la Feralpisalò, è un fornitore certificato di palle-gol e, in avanti, il duo di esterni Mancosu-Listkowski si è rivelato più incisivo di Adjapong, ancora un po’ adattato avanti e più utile con corsa e fisicità nel quartetto arretrato. Pazienza e cinismo anche nel raddoppio. Coda, generosissimo in attesa dei gol personali, ha pescato in area Henderson evidenziando in modo perentorio l’erroraccio di Sarzi Puttini, ieri l’anello debole della retroguardia ascolana.

I SALVATAGGI. Il tabellino delle occasioni ha sì premiato il Lecce. Nella traduzione sul campo della strategia, i salentini hnno goduto di un’altra prestazione positiva dei suoi totem difensivi. Anche qui, l’effigie della giornata sta nei minuti intercorrenti tra i due gol. Dopo il Mancosu-gol, Lucioni e Gabriel hanno spento le velleità offensive dei padroni di casa affidate nel primo tempo alla rivalsa non realizzata dell’ex Chiricò. Il centrale, tra i migliori in campo, ha rammendato la difesa con un sontuoso anticipo su Brosco pronto a battere a rete. Sul conseguente corner, Gabriel ha schiaffeggiato un pallone che Velios poteva solo spingere in porta. In verità, il portiere aveva già svolto una buona amministrazione nella prima frazione di gioco.

L’ANIMA. La vittoria aiuta Corini e i calciatori a ricercare con calma la migliore efficienza per i propri meccanismi, definita dallo stesso trainer come anima. Certamente, la fine del calciomercato con annesso stop (si spera) ai corteggiamenti per Mancosu e Falco, svuoterà la mente dai pensieri extra campo. Quest’anima (ci ripetiamo) coriniana però pian piano si ammira. Un esempio? Il pressing alto guidato dallo scozzese Henderson, già candidato ad essere un simbolo del Lecce 2020/2021. A tratti, lo scozzese si sgancia dal reparto per inseguire il primo possesso avversario. Quella che sembra una battaglia contro tutti, in realtà, è seguita dal lento guadagnare metri dei compagni. L’inserimento di Stepinski, Bjorkengren e degli ultimi che arriveranno, aiutato anche dalla sosta, renderà questa nuova anima del Lecce ancor più viva.

 

 

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