L’ex attaccante giallorosso, Paolo Baldieri, parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) della batteria di attaccanti a disposizione di mister Eugenio Corini.
ATTACCO LECCE. «Coda e Stepinski sono due attaccanti in grado di arrivare in doppia cifra in quanto a reti segnate. Il segreto della loro intesa sta nel fatto che si sacrificano l’uno per l’altro ed entrambi per il collettivo. Sanno trovarsi e, non a caso, oltre a segnare rispettivamente 7e 4 gol in campionato, hanno fatto anche l’uno assist all’altro. Garantiscono, a turno, profondità alla squadra, allungando quella avversaria ed aggirando i difensori rivali alle spalle. Sanno fare da sponda. In questo periodo, cosa fondamentale, sono in grande forma a livello fisico e mentale».
CARATTERISTICHE. «Stepinski ha una grande esuberanza atletica che deriva dalla sua forza fisica e dalla giovane età. Va su ogni pallone, con veemenza. Così può sempre indurre in errore il difensore, creando dal nulla una opportunità da rete. Si danna letteralmente l’anima. Coda ha 32 anni, è navigato. Anche lui non si risparmia, ma sa gestirsi. Vede la porta. Ha fiuto del gol. Ha il guizzo giusto nel sangue».
IL GIOCO DEL LECCE. «Proprio così. Da alcune settimane, i salentini esprimono un ottimo calcio. Suonano da orchestra. In un simile contesto, i solisti si esaltano e Corini dispone di numerose individualità in grado di garantire un contributo di rilievo. Piuttosto, fa piacere il fatto che in fase difensiva non si cerchi sempre e comunque la giocata ma, quando si è in difficoltà, si provveda anche al lancio lungo. Bisogna farlo, una volta, per incassare un minor numero di reti. In A, senza volere fare raffronti tra la massima serie e la B, i giallorossi hanno subito diversi gol a causa di palloni persi malamente nei pressi della propria area in situazioni nelle quali volere impostare a tutti i costi era una pretesa eccessiva».
FALCO E PETTINARI. «Il torneo è talmente lungo che ci sarà gloria per tutti, a patto che prevalga sempre l’interesse della squadra a quello del singolo. Durante il cammino ci saranno cali di forma, squalifiche, infortuni. Avere a disposizione alternative all’altezza fa la differenza. Ecco perché non penso che disporre di quattro punte di tale livello possa essere un rischio. Il Lecce non ha quattro galli nel pollaio, ma altrettanti calciatori di grande caratura in grado di firmare tanti gol e di effettuare tante giocate decisive».