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Goleade e complimenti hanno fatto male al Lecce. In B si lotta e si difende, la qualità non basta

Dopo le scorpacciate di gol e le prestazioni perfette i giallorossi non sono stati più loro stessi sul piano della tenuta mentale e dell’essere “branco”.

Per chi avesse voglia di dare addosso al Lecce di Corini, il day after la debacle con il Pisa è un festival in cui si rischia l’indigestione. Nulla di più facile, nulla di più stupido delle critiche fini a sé stesse. L’unico lato positivo di sconfitte che non sono solo match da punti persi, ma veri e propri tonfi a tutto tonto come quello di ieri, è che evidenziano tutto ciò che non va in una squadra. E, dopo ieri, si può dire che il tecnico di Bagnolo Mella abbia un bell’elenco completo ed inconfutabile degli aspetti da migliorare assolutamente.

Sì, perché appare difficile pensare che il sabato pomeriggio da incubo visto ieri al Via del Mare sia solo un episodio isolato frutto delle contingenze casuali. Al contrario, la gara con il Pisa è stato il culmine di un mini-processo non certo di involuzione (il Lecce ha giocato bene sempre da Verona a Salerno), ma che ha portato ad evidenziare difetti che i giallorossi non sembravano essere intenzionati a prendere “di petto”. Il tutto, si può dire, dalla strepitosa prova con la Reggiana in poi.

Criticità numero 1: l’essere poco avvezzi al gioco sporco. Per carità, ogni squadra ha un ago della bilancia che pende più dalla parte della lotta o da quella del governo. E’ indubbio come il Lecce, per la tecnica di spessore dei suoi elementi, sia più squadra che deve cercare nella qualità il suo punto di forza. Non meno scontato è che ogni squadra, soprattutto se ambisce a traguardi prestigiosi, deve saper agire sia di sciabola che di fioretto. Il concetto di “non doversi sporcare, tanto si è forti e basta quello per dominare”, che tanto ha lasciato intendere il Lecce degli ultimi tempi (talvolta a piccoli tratti, talaltra per 94 minuti), non può esistere. Perché sentire nel silenzio del proprio stadio un tecnico di un’avversaria non di prim’ordine richiedere cattiveria all’86’ e a vittoria in tasca, mentre chi doveva reagire era lì ad essere umiliato dall’altrui aggressività, fa davvero male. La grinta va portata con sé sempre, soprattutto in un campionato così ostico.

Criticità numero 2: non sempre si può fare un gol in più dell’avversario. Diciamocelo: questo Lecce ci sta insegnando che, se non ne fa minimo 3-4 a partita, difficilmente può vincere. Sembra che Mancosu e compagni siano entrati in un vortice fatto solo (e non soprattutto, come dovrebbe essere) della ricerca del gol. Lungi da chi scrive, nato offensivista, far passare l’idea del non prenderle prima di tutto. Tuttavia il senso dell’attaccare in 11 viene totalmente meno se non è corrisposto da un altrettanto corale difendere da squadra. Non in 4 o 5, quindi. Qualcuno pensa si possa trattare di “semplici” incapacità del singolo. Nulla di più sbagliato, perché Meccariello difendere perfettamente nell’1-1 con la Juventus (per dirne una) lo abbiamo visto tutti. Qui si tratta di atteggiamento, di allenamento, di mentalità: negli ultimi gol subiti dal Lecce c’è sempre il passeggiare anziché correre ad aggredire l’avversario. Come se difendere, appunto, fosse una fase molto meno importante della sua controparte.

Le avvisaglie c’erano state nella presunzione di chi ha così tanta qualità da non aver bisogno di cattiveria e cura dei dettagli. Non sono state colte, e questo è un errore tanto perdonabile quanto rimediabile, soprattutto quando siamo a meno di un terzo di stagione. Quindi ben venga un ko così eclatante: ora c’è il tempo di guardarsi in faccia, analizzare e reagire. E farsi finalmente una ragione del fatto che, in una Serie B così dura e livellata, nemmeno dopo 10 vittorie di fila ci si può sentire “avviati”. O, peggio, autorizzati a sentirsi i migliori a prescindere.

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Mario
Mario
3 anni fa

La causa dei problemi, a mio avviso, è sempre la stessa, come l’anno scorso: l’allenatore!!
Come si può sempre lasciare in panchina, addirittura in serie B, un talento come Falco?! E preferire al suo posto un Stepinski!! Se ne accorge anche un bambino che c’è un abbisso tra i due!! Contro il Pisa si decide di fare giocare Falco da titolare, però lascia in panchina Mancosu e Coda!!! Ma questa é pura follia!! Con chi dovrebbe dialogare Falco?! Con Stepinski e Listkowski?!!?!! Una formazione con l’attacco formato da Falco, Mancosu e Coda sarebbe l’ideale.. ma l’allenatore pare abbia invece altre idee ” geniali”…

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