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Problema difesa? Non servono rivoluzioni. Il Lecce prende solo gol “da scuola calcio”

L’analisi dei gol subiti nelle ultime settimane parla chiaro: tutti errori grossolani. Per evitarli non servono colossali cambiamenti tattici, ma maggiori consapevolezze.

Da un paio di mesi (per non dire un paio di anni) un po’ tutti nell’ambiente Lecce ci chiediamo se si possa, un giorno o l’altro, avere a che fare con una squadra che possa esprimere il suo calcio senza abbandonare Gabriel al suo destino. Domande non certo rivolte ad una ricerca della perfezione che, se non ti chiami Real Madrid o non hai uno sceicco a guidarti, non puoi raggiungere, bensì ad allontanare quella paura di subire gol ad ogni altrui offensiva. Domande che sono ancora rimaste (per tifosi, addetti ai lavori e forse anche allenatori) senza risposta.

Una chiave di lettura interessante potrebbe tuttavia arrivare dall’oculata analisi delle ultime reti al passivo dei giallorossi, ovvero quelle dalla “crisi” di risultati avviata con il Venezia alla vittoria di ieri. Gol subiti che, uniti a quelli già presi con Brescia, Cremonese, Cosenza, Pescara, Entella, Reggiana e Chievo, descrivono bene la fragilità della fase difensiva del Lecce. Ma che, in particolare, possono indicare il primo passo da compiere per ovviare alla grave problematica: cercare di evitare gli errori grossolani, quelli “da scuola calcio”.

VENEZIA. Se delle avvisaglie molto generiche di una retroguardia in affanno vi erano state anche in precedenza, con i lagunari un Lecce meno brillante del solito buttò al vento il successo subendo due evitabilissime marcature. La prima somma due gravi ingenuità: la sufficienza con cui Adjapong cerca di intercettare il pallone per Di Mariano ed il mancato salto di Zuta, che non oppone la minima resistenza al colpo di testa di Forte. Ancor più clamorosa la topica di Paganini sul raddoppio avversario, quando il centrocampista giallorosso dà le spalle “spaventato” (e qui siamo davvero al top della banalità) al solito Forte, fortunato quanto indisturbato nel girare in rete.

FROSINONE. Meno pacchiano, ma non molto meno grave (soprattutto perché più evitabile) l’errore di Adjapong sul primo gol ciociaro. Sorvolando sul dubbio fischio del penalty su Parzyszek nonché sulla goffaggine nel tocco (sfortunato) del terzino, l’inesattezza del terzino sta a monte. Ovvero nello scegliere di non seguire il polacco da fianco a fianco, cosa che gli avrebbe consentito di chiudere correttamente la diagonale. Sarebbe bastata una lievissima accelerata, due passi un minimo più sostenuti. Un nulla, insomma. Poco da dire invece sul secondo gol, arrivato in fuorigioco, sebbene anche qui la scelta di Meccariello di “salire”, anziché frapporsi tra Gabriel e Novakovich che a quel punto avrebbe potuto poco, è fortemente discutibile.

SALERNITANA. All’Arechi è arrivato l’errore più “tattico”, ma anche qui si parla di basi da settore giovanile. Con Lucioni, ovvero uno dei due centrali, fuori posizione per togliere campo in pressing alla punta, la norma degli insegnamenti tattici prevede lo “scivolamento” del terzino (il destro nel caso dell’assenza del centrale di destra) a coprire il buco lasciato dal compagno. Adjapong decide invece, inspiegabilmente, di restare largo a marcare un esterno che, dalla linea del fallo laterale, poco avrebbe potuto anche se si fosse chiamato Mbappé.

PISA. Con i toscani parliamo di una partita diversa dalle precedenti, in cui è stato sbagliato talmente tanto da rendere difficile l’isolamento di uno o due singoli errori. Chissà che partita sarebbe stata, però, senza la papera del minuto 2 firmata Meccariello, andato totalmente scoordinato su un pallone che, lanciato in quel modo verso la porta di Gabriel, va semplicemente fermato anche con il corpo, senza cercare evitabili stop di interno. Errore di concezione e valutazione ancor prima che tecnico, e lo stesso si può dire sul secondo, quando la mediana giallorossa con Henderson in primis opta per la camminata, anziché lo scatto, pensando Gucher non abbia bisogno di meno spazio per essere meno pericoloso. Omissione ripetuta sul tris di Sibilli.

SPAL. Alla carrellata delle topiche da scuola calcio ci mette il bis Paganini, che rinvia verso il centro dell’area un cross ad uscire di marca spallina. Offrendo, di fatto, un assist per Strefezza. Il brasiliano inventa il gol del mercoledì, e siamo d’accordo, ma la mancata predisposizione del corpo dell’esterno di Corini alla spizzata laterale pone un errore ancora una volta grossolano alla base della vittoria avversaria.

VICENZA. Dulcis in fundo, per così dire, la dormita da fallo laterale. Come non possa essere una giocata che possa mandare in gol l’avversario in pochi secondi, i giallorossi si pongono, sulla battuta di Cappelletti, come peggio non potrebbero, con Listkowski piantato a non seguire il suo marcatore e Adjapong assurdamente immemore della presenza della punta alle sue spalle. Un atteggiamento inspiegabile su un fallo laterale nei pressi della propria area.

Come abbiamo potuto vedere insieme, di impostazione tattica sbagliata nelle ultime 10 reti subite (il Cittadella ne ha presa appena una in più, ma in tutte le sue 13 giornate) c’è poco o nulla. Parliamo di errori singoli, di un nulla evitabilissimo. E’ chiaro che tali lapsus arrivano nel contesto di una fase difensiva tutt’altro che granitica, la quale si comprenderà bene non possa cambiare dall’oggi al domani.

In ogni caso questa squadra, che salvo rare occasioni difficilmente ha visto la propria porta presa a pallonate, non sembra necessitare di rivoluzioni clamorose. Grandi migliorie sì, ma a quelle ci pensa già il mister e, si sa, necessitano tempo. Metterci più grinta ed impegno ed aumentare adeguatamente quella concentrazione che consenta di eliminare gli errori grossolani da situazione presa con superficialità potrebbe aiutare parecchio. Il Lecce non sarà mai, probabilmente, una corazzata da soli 15 gol subiti a stagione. Ma per fare meglio nel complesso, a volte, può bastare anche poco.

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3 anni fa

E sbagliato il modulo. Bisogna mettere vigorito alle spalle di Gabriel così se scappa a uno la Piglia l’altro

Massimo
Massimo
3 anni fa

Con Adjapong non puoi giocare con la difesa a quattro, non è proprio capace né a marcare né ad anticipare l avversario.

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3 anni fa

Errori che si ripetono in ogni partita. Gli errori che c’erano in a.

Vitantonio
Vitantonio
3 anni fa

articolo SACROSANTO! vedo inoltre un atteggiamento sbagliato di molti interpreti, il solo Tachtsidis a centrocampo lavora di fisico e gioca d’anticipo quando la palla è degli avversari, gli altri sono passivi e attendisti… bisogni “farsi sentire”, impedire la giocata facile, serrare i ranghi, recuperare palla 20 metri più su per ripartire come nelle prime giornate… invece attendiamo in area, spesso lasciando varchi “vergognosi” e quando ripartiamo gli avversari ci attendono in 11 nella loro metà campo… e anche qui pecchiamo in lentezza di manovra ed incisività

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3 anni fa

E’ solo sfortuna

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