Il presidente giallorosso parla a Il Quotidiano di Puglia (intervista di Antonio Imperiale) del momento che sta vivendo il calcio in generale. Spazio poi, ovviamente, al Lecce e al mercato che sarà.
MOMENTO DI CRISI. «Il calcio rischia di essere piegato da una crisi clamorosa, epocale, che non risparmia nessuno, se è vero che sono in difficoltà anche alcune delle società internazionali che sono alla guida delle “grandi” storiche del nostro campionato maggiore. Gli stadi deserti continuano a lasciare tutti senza l’anima essenziale che è la passione dei tifosi, e fanno piangere i bilanci societari. Una situazione che richiede una lettura attenta, come l’eliminazione di costi non funzionali, tanto che un po’ tutti si deve gioire prima ancora che per l’arrivo di un grande nome, per la cessione di un esubero, per la cancellazione dei costi inutili, per poter garantire la solidità societaria, il futuro della squadra del cuore».
E’ LA LOGICA DEL LECCE? «Certamente. In quanto al passato, il 2020 mi piace rivederlo come un importante percorso di crescita. Abbiamo potuto destinare qualcosa di importante allo stadio, al miglioramento delle strutture, guardando sempre al domani. Mi porto un rimpianto. Col senno di poi, forse avrei investito meno su qualche profilo costosissimo della squadra che ci ha dato molto poco e avrei utilizzato quelle risorse per un Centro Sportivo. La serie A ci ha portato alla ribalta del grande calcio ed averla persa all’ultima giornata per un autogol o per altri accidenti vari, brucia ancora».
CHE MERCATO SARA’? «Sarà un mercato difficile perché non ci sono risorse. Per un verso prevediamo l’arrivo di giocatori funzionali da subito all’obiettivo di colmare le lacune emerse, per l’altro giovani che vengono per fare un percorso per il progetto triennale, felici se intanto diventano anch’essi immediatamente determinanti come sta accadendo per Rodriguez, Listowski e Biorkengren. La data di nascita è uno strumento per capire la finalità dell’acquisto. In difesa intanto abbiamo finalmente un nuovo titolare che abbiamo preso dalla serie A con un grosso sacrificio, Dermaku, ora disponibile dopo l’infortunio e il Covid. Ci muoviamo quindi con la doppia ottica del giocatore subito “visibile” utile per andare in campo e per i giovani sui quali costruire il domani, magari in serie A. Crediamo nella nostra Primavera che già ci ha dato Maselli, Felici e che ci darà altre risorse importanti».
Qui la seconda parte dell’intervista.
Grande Presidente
Praticamente tutti i soldi buttati da Meluso
Babacar e Farias