Nel fine-settimana prestazioni da dimenticare per i direttori di gara. Quattro strafalcioni clamorosi che con la tecnologia sarebbero stati facilmente evitati.

Il week-end horror della classe arbitrale cadetta parte al San Vito-Marulla di Cosenza, dove alla SPAL è annullato clamorosamente il gol dell’1-2. Palla a Paloschi che calcia, respinta di Falcone e Moro insacca il facile tap-in. Bandierina alzata, ma il marcatore biancazzurro partiva da posizione regolare di almeno un metro.

Un gol facilissimo da convalidare per mezzo della tecnologia quello di Cosenza, così come facilmente annullabile sarebbe stato quello del pari clivense a Salerno. L’1-1 di De Luca è infatti assegnato nonostante il pallone non abbia interamente varcato la linea, complice il salvataggio in extremis di Belec. Questione di centimetri, certo, ma è difficile che un assistente possa vedere dentro il pallone. Pesa, e tantissimo, l’assenza della goal line technology.

La saga dei disastri prosegue con quello, clamoroso, di Brescia, dove il 3-2 con il quale il Cittadella si mette definitivamente in corsa è viziato da un nettissimo fuorigioco. Cross dalla destra, deviazione netta di Ghiringhelli e Frare liberissimo di appoggiare in rete, ma in fuorigioco di due metri. Anche qui col VAR sarebbero bastati dieci secondi per decidere correttamente.

Infine, il rigore regalato al Monza. Nel match delle 16, sul punteggio di 0-1 per l’Empoli, Dany Mota accentua il tuffo dopo l’intervento di Romagnoli dritto sul pallone. Per l’arbitro è rigore ed un’altra partita è rovinata.