Il ritorno alla vittoria ed il modo in cui è stato raggiunto possono far ben sperare i tifosi giallorossi, che ora si attendono conferme.

La meglio gioventù giallorossa ci aveva fatto tenere accesa la speranza in settimane difficili in cui era complicato vedere positivo. La stessa spinta giovane ha riportato i tifosi giallorossi ad esultare in seguito al fresco 1-2 di Cremona che porta la firma di Pablito Rodriguez, ma non solo. Allo Zini si è visto per la prima volta dall’inizio un Lecce molto diverso, complice l’emergenza ed alcuni esordi dal primo minuto.

Le certezze e l’esperienza di Gabriel, Maggio, Lucioni, Meccariello, Majer e Coda è stato bilanciato, equamente contando i soli giocatori di campo, dalla spigliatezza dei più giovani. A dare freschezza e corsa continua al reparto arretrato è stato Antonino Gallo, prima da titolare a suon di scorribande che, con un pizzico di furbizia in più, sarebbero potute essere vincenti. In mediana Hjulmand e Bjorkengren, coraggiosi ed inesauribili, sono sempre più delle certezze. Tra le linee Henderson, che a 24 anni ha comunque tutta la carriera davanti, sta imparando dal capitano il mestiere del trequartista. Davanti poche parole per El Mosquito: una forza della natura.

Scelte decisamente coraggiose da parte di Eugenio Corini, che ha rivoluzionato lo starting eleven proprio in un match in cui si poteva davvero giocare la fiducia dell’ambiente. I rischi ci sono, come ci sono i contro di proporre un collettivo imbottito di giovani. Oltre alla pressione di trovarsi catapultati a giocare per una piazza esigente, c’è la responsabilità di farsi trascinatori in un momento difficile. In questi casi l’inesperienza può sempre giocare brutti scherzi. Come ad esempio il mancare nei momenti cardine (anche oggi un rischio sul gong), l’essere sopraffatti dall’altrui carattere o pagare caro il deficit di malizia. Tutti rischi teorici che oggi si sono visti poco o nulla, segno che con il lavoro possono essere contenuti.

E se si contengono, il risultato può essere quello odierno, in cui i pro l’hanno fatta da padrone. Riuscire a insistere con la ricerca del bel gioco nonostante difficoltà grandi come lo svantaggio odierno non è semplice, e l’incoscienza della gioventù può di certo aiutare in tal senso. Poi voglia, grinta e motivazioni fondamentali, e spesso mancanti altrove, possono fare il resto. Le scelte hanno premiato il coraggio di Corini. Abbiamo capito tutti che giovane è bello. Ora non resta che lavorare sodo per dimostrare che Cremona non è un episodio felice isolato. Qui possono esseri costruite le basi per il futuro.