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Lo “ShowTime” del Taba e Corini ammaliato dall’urlo del Via del Mare. Due anni fa il Lecce-Brescia da A

La partita più attesa dell’anno fu quella che diede ai giallorossi la spinta decisiva per la promozione in Serie A poi concretizzata poche settimane dopo.

Per gli almanacchi e per la matematica, che sono poi le basi sulle quali poggiano le imprese calcistiche da tramandare ai posteri, il ritorno in Serie A il Lecce lo ha conquistato nell’ormai storico capitolo finale con lo Spezia. Una gara, quella dell’ultimo turno, che poteva finire in un solo modo, ovvero con i giallorossi trionfanti. Quasi una sorta di meritata passerella finale a coronare una stagione di imprese. Ma ogni tifoso salentino che fu un altro il match, e che match, ad urlare all’Italia che sì, il Lecce era tornato: la vittoria sul Brescia di esattamente un anno fa.

Il 28 aprile 2019 fu una data che tutti, tifosi, club, calciatori, dalle parti del Via del Mare avevano cerchiato di rosso sul calendario. La resa dei conti, la sliding door, il faccia a faccia con la rivale numero 1 di un’intera stagione. Quella squadra guidata dall’attuale tecnico giallorosso Corini che aveva strappato punti scottanti all’andata, dopo una lunga battaglia, e in un modo che gridava ancora vendetta. Un undici, quello bresciano, che era l’unico ad aver espresso un calcio di livello pari al gioco di Liverani. Insomma, la Serie B era pronta ad assistere ad un incontro dai connotati della finale.

Finale che, per la verità, lo era più per il Lecce. I lombardi vivevano infatti una situazione di tutta tranquillità rispetto ai salentini, forti di ben quattro match point per centrare una A ormai in tasca. D’altro canto, Mancosu e compagni oltre ad ospitare una squadra al top della forma e ben più spensierata, dovevano anche guardarsi le spalle dal Palermo. Un mancato successo sarebbe significato virtuale sorpasso dei rosanero nel turno di riposo che si doveva ancora osservare alla penultima.

Attesa lunga mesi, code in prevendita, botteghini che non aprirono nemmeno: il Via del Mare era sold-out. Numeri da alta Serie A, atmosfera da Champions e ancora una marea di tifosi giallorossi collegati in diretta da ovunque nel globo. A spingere il Lecce c’era un popolo, quello salentino, consapevole di dover fare la sua parte e prendere per mano quei ragazzi arrivati, o restati, in giallorosso per puntare a poco più di una salvezza tranquilla. Ma ormai da tempo tutto era cambiato. Ormai la parola d’ordine era SERIE A!

E sin dai primi minuti quella guerra tra giallorossi e biancazzurri rispettò i pronostici: equilibrio pazzesco, ritmi alti, guerrieri pronti a dare tutto e qualità da categoria superiore. Il Brescia dimostrava di meritare la vetta: gioco, intensità e schemi ben oleati. Ma nessun tiro in porta, perché di fronte si trovava un muro che non poteva permettersi la minima disattenzione. Il minimo errore. Tanta lotta, poche emozioni, perché se anche il gioco di Liverani metteva in difficoltà l’impavida mediana ospite, di fronte la retroguardia di Corini si dimostrava non meno pronta di quella locale. E anche per Alfonso tanti brividi ma zero pericoli.

Niente da fare, due squadre troppo forti per rompere l’equilibrio. Come all’andata, serviva un episodio. Che avvenne nella ripresa con protagonista il terzino delle Rondinelle Sabelli. L’ex Bari, già ammonito nella prima frazione, arrivò in ritardo su un pallone conteso con Venuti, quasi intimorito dalla verve del giallorosso che, spinto dal boato del Via del Mare, si gettò su una palla quasi persa. E il premio fu un calcione che di segni sulla gamba magari ne ha lasciati anche, ma che soprattutto valse la superiorità numerica.

Entusiasmo del Via del Mare a mille (mister Corini ha sottolineato più volte, nelle varie interviste, la grande emozione provata quella sera da avversario per il calore dei salentini), tutti a soffiare a favor di vento quel siluro sganciato dal destro di Majer che per poco non faceva crollare lo stadio. Alla prima grande palla gol del match, però, Alfonso rispose presente. Guai a dare un Brescia così per vinto, per innocuo o inefficace. Un errore, l’unico del match dei giallorossi, che per poco non costava carissimo in ripartenza, con Torregrossa a sprecare un gol fatto. Lecce spaventato dal pericolo corso? Non stavolta.

Stavolta c’era da scrivere la storia, c’era premiare l’affetto di un popolo che rese il pubblico salentino il migliore del campionato, per qualità e quantità. E chi se non il simbolo di quella rinascita poteva mettere la sbarra sulla parola sogno, sovrascrivendoci a caratteri cubitali REALTA‘? Andrea Tabanelli, naturalmente. Dai fischi della C alla venerazione cadetta. Da Falco al terzino, improvvisato per necessità, Meccariello, cross basso e zampata del Taba! Gol, ShowTime, Corsa, urla, gioia, tre punti, poi Serie A. Erano due anni fa, ma sembra ieri.

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2 anni fa

Ivan Marrocco

Gianni
Gianni
2 anni fa

Io c’ero?♥️?….. Quando gli stadi erano pieni ⚽?⚽

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2 anni fa

Dalla Liguria al Salento per cercare un biglietto di Curva Nord poi non trovato… mi accontentai della Sud ma quella fu una partita storica che difficilmente dimenticherò. Forza ragazzi fateci di nuovo sognare …

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2 anni fa

Grande TABAAAA ?❤️

Susy
Susy
2 anni fa

E con orgoglio posso dire: IO C ERO!!!!

Vinci
Vinci
2 anni fa

Io c’ero che partita, meravigliosa atmosfera, sensazioni che ti porterai dietro sempre.

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