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Bandecchi (pres. Ternana): “Vogliamo una squadra, non un bancomat per bimbi viziati”

Il presidente sul caso-Nicolas: “Noi stessi abbiamo dimostrato che non vince chi pensa di avere in squadra dei fenomeni”.

Mancava da un po’, su Instagram, il presidente della Ternana Stefano Bandecchi. E’ tornato e alla sua solita maniera, precisa e mai banale. Prima con il video in cui si augurava che ai playoff andassero avanti le squadre del girone della Ternana, poi intervenendo con un commento sulla vicenda legata a Nicolas, portiere della Reggina che sembra allontanarsi dalla possibilità di andare alla Ternana in seguito a un’offerta molto sostanziosa da parte del Pisa. Un commento a margine proprio dell’ultimo video, quello in cui dichiarava di seguire i playoff di C facendo il tifo per le due squadre del girone C rimaste ai quarti di finale. Un tifoso lo invitava a “svegliare” il direttore sportivo Luca Leone e aggiungeva che il portiere Nicolas “ce lo siamo fatti scappare come polli“. Il presidente, però, nella sua risposta è chiaro: alla Ternana, c’è posto solo per professionisti seri, pronti a dare tutto per la maglia rossoverde e per il gruppo, mentre non c’è posto per chi pensa prima di tutto a farne una questione di soldi. Ricorda anche come nel calcio, per vincere, non ci sia sempre bisogno di avere grandi nomi o grandi campioni, citando l’Inter che ha vinto lo scudetto una volta allontanati big che non tenevano unito lo spogliatoio nerazzurro.

MORTO UN PAPA… Ecco il testo della risposta data dal presidente Bandecchi all’utente ternano su Instagram: “Noi dobbiamo fare una squadra non un bancomat per bambini viziati e chiunque non possa garantire la vittoria assoluta e certa deve ricordarsi che morto un papa se ne fa un altro. Anche nell’anno passato dovevamo arrivare sesti solo perché gli altri avevano i migliori , poi abbiamo scoperto che il migliore stava nel nostro spogliatoio. In ultimo ricordo che l’Inter ha vinto mandando via i grandi campioni che rovinavano lo spogliatoio e prendendo gente che in altre squadre stava in panchina. In sintesi, vince chi arriva primo, con buona pace di chi nonostante i fenomeni non si ricorda che si gioca in undici e noi addirittura in venticinque”.

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