Pantaleo Corvino ha concluso il suo lungo intervento odierno parlando del monte ingaggi del Lecce. Anche qui, il direttore tecnico ha posto l’accento su alcuni aspetti da chiarire per non incappare in letture affrettate.

Il direttore tecnico del Lecce parte con il mero dato della graduatoria del campionato cadetto per fondi destinati agli ingaggi: “Ho sentito dire che il Lecce ha il terzo monte ingaggi. Il presidente mi dirà se sbaglio. SPAL e Monza lo avevano più alto, sono certo che il Frosinone non lo aveva inferiore al nostro”. Corvino poi disaggrega il dato, nel cui totale non entrano solo i calciatori quest’anno allenati da Corini: “Quando si parla di monte ingaggi non si tiene conto della gestione sportiva che ha dovuto sorbirsi delle situazioni passate. Faccio un esempio, ma per portare dei numeri: ho trovato giocatori che venivano dalla C e che erano giocatori di C. Per darli in prestito abbiamo pagato l’intero ingaggio, mi riferisco a Tsonev. Faccio un altro esempio: Benzar, pagato 2 milioni di euro, ho dovuto mettere 400mila euro per convincere un club amico per prenderlo. Sono tutti importi che aumentano il monte ingaggi. Io mi prendo le responsabilità per le cose che faccio, ma ci sono state cose su cui non si poteva fare molto. Oltre ai conti: mal di pancia e calciatori che sono rimasti secondo qualcuno per colpa nostra. Chi è andato via è andato via per volontà propria e perché dall’altra parte gli è stato proposto un ingaggio importante”.

Corvino assicura il totale allinamento ai programmi societari: “Ci sarà rigore nel controllo del monte ingaggi e vi ricordo che nonostante tutto questo siamo arrivati vicini a un sogno. L’obiettivo triennale è una prima programmazione ma non vuol dire che si deve arrivare in A in tre anni. Si può parlare di miniciclo di 1 anno, maxiciclo di 5 anni, abbiamo parlato di un ciclo ma senza dire la durata. Può succedere che il ciclo si allunghi, lo può fare il Brescia dopo aver venduto Tonali, noi possiamo farlo solo col lavoro”.