Conferme in difesa per Baroni, che invece prova qualcosa di diverso rispetto alla prima uscita tra centrocampo e attacco.

Le gambe un po’ appesantite dal carico di lavoro tipico della fase di preparazione, meccanismi ancora da oleare soprattutto tra i nuovi ma anche tante ottime indicazioni. E’ quanto si è visto ieri al Marzari di Folgaria, dove il Lecce ha battuto con un secco 5-0 i dilettanti del Rovereto. Anche in questo caso il punteggio è l’ultima cosa che conta, mentre si possono trarre indicazioni interessanti dalla seconda sgambata stagionale di Mancosu e compagni.

Ancora inoperosi i due portieri Gabriel e Bleve, in difesa si sono viste soprattutto conferme. Bene i terzini mancini, con Gallo e Vera molto attivi (che il colombiano possa “scavalcare” Zuta?), bene anche al centro con soprattutto Bjarnason e Tuia ben amalgamati con i nuovi compagni di squadra. Fa eccezione la fascia destra che, in seguito alla cessione di Pierno ed all’acciacco di Benzar, ha registrato come adattati prima Monterisi (in palla benché fuori ruolo), poi Riccardi e poi persino Bjorkengren. Una toppa in attesa di forze fresche.

Particolarmente interessante quanto visto nel primo tempo in mezzo al campo, dove è stato provato il trio Majer-Blin-Hjulmand. Potrebbe anche essere una bozza di trio base per mister Baroni, che ha anche svelato le intenzioni (o la principale possibilità in tal senso) di collocazione tra Blin e Hjulmand, in teoria entrambi centrocampisti centrali. Senza dimenticare capitan Mancosu, con il quale la pericolosità offensiva del Lecce si impenna sempre e comunque.

In avanti inversione di tendenza rispetto alla prima uscita. Non più Coda da 9 e Rodriguez da 7, ma entrambi punte centrali a dividersi i 90 minuti. Esperimento già bocciato? Certamente no. Piuttosto un nuovo check delle possibilità offensive di un reparto che necessita certamente di un altro paio di innesti. I lavori restano pienamente in corso.