
Protagonista della prima puntata della rubrica dedicata agli stadi della Serie B è l’impianto che ospita le gare della Cremonese.
Dopo averne sofferto per un anno e mezzo l’assenza, depredate forzatamente di quella che, assieme ai 22 in campo ed al pallone, è la propria principale componente, gli stadi italiani sono pronti a riabbracciare il proprio pubblico. In attesa che questo ricongiungimento si compia abbiamo deciso di riportare comunque gli impianti sportivi al centro dell’attenzione, o almeno quelli cadetti, con una rubrica ad hoc. Partiamo dallo stadio della Cremonese, prossimo avversario del Lecce.
Lo Stadio Giovanni Zini di Cremona affonda le sue radici nel lontanissimo 1919, a Grande Guerra appena conclusa. Nato con il nome di Comunale con il fine di ospitare i match delle Tigri, venne intitolato 5 anni più tardi al compianto Giovanni Zini, ex portiere grigiorosso venuto a mancare sul Carso nel corso della Prima Guerra Mondiale. A quei tempi la sua capienza era di 500 posti a sedere, aumentati poi fino a poco meno di 20mila negli anni d’oro della seconda Serie A, negli anni 80, con media spettatori record (oltre 15mila) nel 1984.
Lo Zini odierno è ovviamente notevolmente mutato da quello dei pionieri del calcio cremonese, soprattutto dopo i lavori del 2017 in cui, tra l’altro, è stata costruita la copertura della Sud. Si presenta come un impianto moderno, privo di pista di atletica e per questo con tutti gli spalti pressoché a ridosso dell’impianto di gioco. La capienza attuale è di 16003 spettatori, buona parte (4788) ospitabili nella maestosa Curva Sud Erminio Favalli. L’8 febbraio 2019 il Comune di Cremona ha ufficializzato l’assegnazione del diritto di superficie dello stadio per 99 anni al club grigiorosso, che di fatto è divenuto il quinto proprietario di un impianto moderno in Italia dopo Juventus, Udinese, Frosinone e Atalanta. Un traguardo storico per uno degli impianti più antichi del Belpaese.
