Dopo tre stagioni e 42 presenze totali, si chiude il legame tra Mauro Vigorito e il club di via Costadura.
11 maggio 2019. La presa alta negli attimi finali di Lecce-Spezia 2-1 è stato il momento più iconico, il punto più alto delle tre stagioni di Vigorito con il Lecce. Il portiere di Macomer, sbarcato nel Salento nell’estate del 2018, lega il suo nome all’inaspettata promozione in A raggiunta nel 18/19. Vigorito fu scelto dal d.s. Meluso e da Liverani con i giallorossi neopromossi in B. Nonostante avesse nel curriculum l’anno prima già una promozione in A da protagonista, con il Frosinone scalzando Bardi, Vigorito arrivò in punta di piedi.
L’inizio fu balbettante. Dopo l’esordio positivo a Benevento, l’errore contro la Salernitana fece perdere qualche certezza, tanto da propiziare l’avvicendamento temporaneo con Bleve. Dopo la “pausa”, le parate di Vigorito furono decisive per la prima accelerata del Lecce liveraniano. In casa con Crotone, a Verona e nello 0-0 col Perugia il sardo confezionò le prestazioni da copertina. Una flessione nell’ultima porzione di campionato, fino all’evitabile espulsione di Cremona, generò i punti interrogativi sul suo impiego in pianta stabile in A.
Il rebus fu risolto con l’ingaggio di Gabriel. Il brasiliano vinse il duello con Vigorito, che però esordì con la maglia del Lecce in A entrando in corsa a Verona dopo un girone d’andata da sparring partner. Con Vigorito tra i pali, autore di buone prestazioni, il Lecce centrò il tris di vittorie con Torino, Napoli e SPAL. Il tracollo di Roma fu l’ultima presenza di Vigorito con il Lecce in campionato. Nella massima serie, ripresa dopo il lockdown, Gabriel non saltò nessuna gara.
Dopo la retrocessione, Vigorito finì nella lista dei partenti, complice la ritenuta inopportuna ideale coabitazione con Gabriel. L’assenza di acquirenti validi, però, costò a Vigo una stagione da seconda scelta in B. Zero caps in campionato e solo la gara di Coppa Italia a Torino coloreranno il libro dei ricordi del 20/21. Ora, a 31 anni, Vigorito cercherà il rilancio personale al Cosenza. La missione salvezza sembra proibitiva, ma serviva una scossa per non vivere soltanto di ricordi.