L’ex centrocampista del Lecce ha raccontato la sua storia calcistica a tmw radio.
Alessandro Cucciari si è raccontato nel programma radio, dando tanta evidenza alle doppia promozione dalla C alla A con il Lecce allenato da Gianpiero Ventura: “Sono nato nel quartiere Nuovo Salario, ho iniziato in quei campetti a giocare. Poi piano piano è scoppiata la passione per il calcio. Mio fratello giocava in una squadra dilettante e mio padre mi portò a provare lì. Giocavo per strada come tutti i ragazzi di quell’età. Da quel momento cominciò la mia ascesa. Dopo la Pro Calcio, dove fui mandato in prestito, ho fatto tutta la trafila nella Roma. Per me giocare in questa squadra, visto che tutta la famiglia è giallorossa, è stato incredibile. Forse ho avuto troppa fretta ad emergere e mi sono staccato troppo presto dalla Roma. Feci l’esordio con Radice, che altro che sergente di ferro. Era una persona molto umana.
Il classe 1969 racconta la sua esperienza nel Salento: “Fascetti? Un po’ permaloso, ma era un giocherellone. Aveva una simpatia assurda e ho grandi ricordi. Oltre alla Roma però porto nel cuore il Lecce, che mi ha dato emozioni importanti. E’ stato un riscatto professionale dopo stagioni in chiaroscuro. Dopo 4 anni di B andai al Casarano dove giocai dopo esser stato fermo sette mesi. Il Lecce era retrocesso in Serie C, cambiò la società. Con Ventura vincemmo prima la C e poi la B e nel frattempo nacque mio figlio. Riuscimmo a tornare in A dopo una bella cavalcata. Ventura è un grande allenatore, a quei tempi era un innovatore. Oggi ora tutti hanno un secondo, un match analyst. Lui aveva un secondo, Barilla, che andava a filmare tutti gli avversari, talvolta anche negli allenamenti. Faceva dei montaggi e ci dava tutto. Noi entravamo in campo conoscendo l’avversario, un grande vantaggio per l’epoca. Fu tutta un’organizzazione di Ventura”.
