I dati del pareggio a reti bianche raccolto ieri al Via del Mare parlano di una partita in cui gli umbri hanno fatto il possibile per concedere poche occasioni ai padroni di casa.

L’atteggiamento remissivo della squadra di Alvini ha lasciato quasi sempre il pallino del gioco al Lecce. I passaggi totali confezionati dalla formazione giallorossa sono stati 413 (328 andati a buon fine), un ammontare decisamente maggiore rispetto ai 242 di Ascoli-Lecce o i 250 di Lecce-Monza. Su quest’aspetto, un dato più alto è arrivato solo a inizio stagione, con i 496 passaggi di Lecce-Como (80% di precisione) seguiti dai 440 del debutto in casa della Cremonese (78%). Cosa possiamo ricavare da questo ragionamento? Ad oggi potremmo dire che il Lecce è più una squadra da ripartenza. La ricerca della profondità sulle catene di fascia e i veloci ribaltamenti di fronte non potevano essere delle armi vincenti ieri. L’intensità imposta dai Baroni ai suoi, stando a quanto recitano i dati, rende di più contro avversari propositivi. Il Perugia, dal canto suo, è riuscito a sporcare la partita lasciando spesso la prima iniziativa al Lecce.

La traversa di Massimo Coda è stata la seconda palla-gol più nitida di una gara in cui si attesta il record negativo di expected goals. Lo 0.71 di pericolosità offensiva è inferiore anche allo 0.89 del debutto infausto sul campo della Cremonese. La traversa dell’Hispanico è stata seconda alla deviazione quasi casuale che lo stesso Coda ha spedito su Chichizola al 25′. Se il Lecce ha creato poco rispetto ai suoi standard ancor più sterile, ma anche un po’ per piano partita, è stata la produzione offensiva del Perugia. Angella e compagni hanno raccolto un misero 0.23 di xG. Solo il tiro di Falzerano, sempre secondo i numeri, ha impensierito la difesa giallorossa in un certo modo (0.09). La sterzata con tiro a giro del centrocampista biancorosso non ha però inquadrato lo specchio.