Dopo il match tra il suo Racing Club ed il Godoy Cruz l’argentino dal passato giallorosso ha annunciato il ritiro.
Appende le scarpette al chiodo a trentasei anni Ignacio Piatti, uno dei calciatori più talentuosi ed incompiuti mai passati da Lecce. L’argentino classe 1985 ha infatti annunciato, al termine di Racing Club de Avellaneda-Godoy Cruz di sabato scorso, che quella valida per l’ultimo turno della Liga Profesional (la A albiceleste) sarebbe stata la sua ultima gara da calciatore. Chiude così una carriera fatta di tanti successi, compresa anche un’importante salvezza in terra salentina.
Il suo acquisto è stato, ed è ancora, uno dei più costosi della storia del Lecce. Non cifre stratosferiche, ma poco meno di 3 milioni di euro che per un piccolo club come quello giallorosso possono fare anche la differenza in sede di bilancio. Ignacio Piatti non ha lasciato però gran bei ricordi nel Salento.
Giunto come grandissima promessa del calcio argentino nell’estate 2010, l’ex stella dell’Independiente diede in Serie A solo sprazzi della sua classe, con appena 3 gol all’attivo. E, soprattutto, un aiuto decisamente parziale all’ultima salvezza conquistata dal Lecce in massima serie.
Per rilanciarsi, Piatti fece ritorno in patria. Su di lui scommise quel San Lorenzo. In rossoblu Nacho si rilanciò, sommando gol, assist e giocate e conquistando in fila un Torneo Inicial e una Copa Libertadores.
Successi che non passarono inosservati, tanto da convincere il Montreal Impact a scommettere sulla qualità del trequartista. E, soprattutto, ad investirvi fior di milioni. Con risultati comunque positivi, visto che Piatti è stato inserito per due volte nel Best 11 dell’MLS, conquistando anche un campionato canadese ed un George Gross Trophy. Trofei minori rispetto a quel campionato nordamericano solo sfiorato, ma comunque titoli da palmares.
Ed è in modo trionfale che Piatti ha salutato la città francofona più grande del Canada per far ritorno in patria il 12 febbraio 2020. L’Argentina non la lascerà più fino al recentissimo termine della sua cavalcata, facendo ancora incetta di giocate che, dalle parti di Piazza Sant’Oronzo, si sono solo potute intravedere.
