La partita persa all’Olimpico, irrimediabilmente segnata dalla controversa espulsione di Morten Hjulmand, celebra l’ottimo avvio dei capitolini, poi imprecisi nella gestione di una gara dove il Lecce ha sognato la zampata fino alla fine.

“Non ho mai visto partite in 11 contro 10 dove non vedevo l’ora che arrivasse il fischio finale“, l’emblematica frase di José Mourinho racchiude l’essenza di Roma-Lecce 2-1, partita in cui i padroni di casa hanno schiacciato nettamente l’avversario nelle prime battute ma poi, nonostante la superiorità numerica, non sono riusciti a convertire i numeri che hanno sancito il dominio territoriale con la rete della sicurezza. Dopo il pari di Strefezza, conquistato con caparbietà, la Roma ha avuto ragione in avvio di ripresa con il rigore realizzato da Dybala dopo il tocco ingenuo di Askildsen su Abraham.

La produzione offensiva della Roma ha toccato 2.12 di expected goal (0.76 dato dal tiro dal dischetto) con 16 conclusioni di cui 6 in porta. Tolte le occasioni non capitalizzate nel finale da Abraham (88′, 0.14) e Shomurodov (94′, 0.12), i capitolini, dopo il 2-1 di Dybala, hanno inquadrato la porta solo con il piatto di Zalewski chiuso da Falcone. In avvio, però, è stato monologo con ben 7 occasioni nei primi 32′ dopo l’inzuccata di Smalling a stappare il match. Le percentuali del possesso palla sono state quasi bulgare: 65% per Pellegrini e compagni contro 35% e 544 passaggi totali contro 256.

I numeri del Lecce, ovviamente, vanno presi con le pinze. Giocare in 10 contro 11 tre quarti di gara ha esposto fisiologicamente i salentini al peggior dato dei recuperi palla, solo 58 contro una media di 77 per partita. Offensivamente, però, le statistiche sono singolari. Insolitamente, il Lecce è arrivato alla conclusione per 3 volte su 4 calci d’angolo totali (gol di Strefezza e colpo di testa di Di Francesco su tutti), mentre non c’è stato nessun tiro su 2 contropiedi e 11 attacchi di posizione. E gli xG? 0.64, secondo peggior bottino dopo il secchissimo 0.24 di Sassuolo-Lecce. L’occasione più ghiotta secondo i dati è stato il tocco ravvicinato di Ceesay (0.22) murato da Smalling su assist di Banda. A seguire, il colpo di testa di Di Francesco (0.16) all’85’.

Ritornando al dato aggregato, l’attacco del Lecce ha concluso in porta 4 volte su 7 tiri. Solo contro l’Inter c’è stato un dato fotocopia con eguale precisione. E, purtroppo, come contro l’Inter all’esordio ferragostano, il Lecce è tornato a subire due reti. Il conforto, come la crescita evidenziata anche da Baroni, nasce da una sorta di similarità. Dumfries ha regalato tre punti ai neroazzurri imballati al Via del Mare e, con lo stesso punteggio, la Roma si è presa i tre punti senza staccarsi più di un gol. La preoccupazione di Mourinho, causata anche dalla stanchezza dei suoi ragazzi, deve far sperare. E se poi da Var…ma vabbè quello è un altro discorso.